Leggi il settimanale

Pornotax applicata pure su OnlyFans. Le Entrate valuteranno caso per caso

Addizionale Irpef del 25% anche per le partite Iva

Pornotax applicata pure su OnlyFans. Le Entrate valuteranno caso per caso
00:00 00:00

Oggi si chiama "tassa etica" di modo che il nome sia politically correct, ma è nata vent'anni fa come pornotax ed è un'imposta addizionale del 25% sui redditi di chi produce contenuti per adulti. Introdotta con la legge Finanziaria del 2006 dal governo Berlusconi III, colpiva le pubblicazioni, gli audiovisivi e gli altri oggetti dedicati agli amanti del "mondo XXX", tuttavia per estensione la tassa ha finito con il colpire anche chi crea spettacoli sulle piattaforme digitali come OnlyFans.

Fino a poche settimane fa l'Agenzia delle Entrate (in foto il direttore Vincenzo Carbone) ribadiva che l'imposta si applica anche ai forfettari, chiudendo la porta a ogni possibile esclusione. Poi è arrivata una risposta a un interpello a cambiare il quadro: il Fisco non applicherà un automatismo basato sulla piattaforma utilizzata, ma valuterà caso per caso cosa sia realmente pornografico. Ovviamente sarà l'Agenzia e non il contribuente a stabilire cosa sia e cosa non sia rientrante in questa categoria. Il riferimento normativo, il Dpcm del 13 marzo 2009, parla di opere contenenti "atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti", includendo testi, video, prodotti multimediali o online. Una definizione netta ma non adattata alle sfumature che popolano oggi il mercato dei contenuti digitali. Il punto critico, infatti, emerge proprio quando si passa alla pratica: creator che mostrano nudità non esplicita, performer che propongono contenuti fetish non sessuali, artisti che utilizzano il corpo in contesti performativi non orientati alla pornografia. A questi casi la formula legislativa non risponde e per anni è prevalsa l'interpretazione più severa. Con la risposta n. 285 del 4 novembre scorso l'Agenzia aveva ricordato che anche le partite Iva forfettarie devono pagare la tassa etica, smontando l'idea che l'imposta sostitutiva del 15% (o del 5% nei primi cinque anni) annullasse qualsiasi altra imposizione. Secondo stime di Fiscozen, su circa 85mila creator italiani attivi su OnlyFans oltre 45mila si trovano in regime forfettario, esposti quindi a potenziali accertamenti se i contenuti fossero considerati pornografici ai sensi della normativa. E gli effetti economici non sono marginali: un forfettario al 5% con coefficiente del 67% che incassa 10mila euro da contenuti pornografici pagherebbe circa 335 euro di imposta sostitutiva, 1.747 euro di contributi Inps e ben 1.675 euro di tassa etica, con un impatto che molti definiscono sproporzionato. Proprio per sciogliere questi nodi, Fiscozen ha presentato un interpello chiedendo all'Agenzia di chiarire cosa sia realmente tassabile.

La risposta ha segnato una svolta: il Fisco valuterà la natura concreta dei contenuti e non il semplice fatto che siano pubblicati su piattaforme per adulti. Insomma, all'ormai consolidato Sistema di interscambio dati gli addetti delle Entrate dovranno aggiungere un altro metodo di monitoraggio "meno tradizionale".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica