Per Poste 552 milioni di utili Al Tesoro un maxi-dividendo

Lo Stato incasserà 287 milioni. Bene i servizi finanziari, ma scendono i ricavi dei pacchi

Sofia FraschiniLa cura Caio inizia a dare i primi frutti. Poste Italiane chiude il suo primo bilancio da quotata con numeri sopra le attese e un dividendo che in linea con quanto promesso in autunno col piano industriale garantirà un payout dell'80 per cento. Grazie alla prima cedola post-Ipo, dunque, il Tesoro (64,7%) incasserà oltre 287 milioni di euro.Per grandi e piccoli azionisti si tratta di un ritorno importante oltre il 5% in un momento in cui invece il titolo in Borsa sta dando poche soddisfazioni, viaggiando leggermente sotto il prezzo d'Ipo (6,75 euro). Ieri l'azione ha chiuso la seduta a 6,55 euro (+0,76%), dando un colpo di coda sul finale in una giornata difficile per i mercati a causa degli attentati di Bruxelles. Guardando ai numeri, tutti in crescita a parte la divisione lettere e pacchi in ristrutturazione, è evidente che la scossa al gruppo arriva in particolare dalla divisione assicurativa del gruppo. Nel dettaglio, l'anno è stato archiviato con un utile netto consolidato che è cresciuto a 552 milioni (dai 212 del 2014). I ricavi sono arrivati a 30,7 miliardi, +7,8% sul 2014, mentre il risultato operativo è salito a 880 milioni (+27,4%). La base di risparmio gestita e amministrata ha raggiunto 476 miliardi (+3,1%), principalmente grazie al contributo di Anima, la cui quota secondo Caio «resterà per ora ferma al 10%». Il Solvency II ratio a fine anno è al 405%, ha aggiunto il direttore finanziario Luigi Ferraris durante la conferenza telefonica con gli analisti, spiegando che si tratta di «un coefficiente di solvibilità che mostra una posizione molto solida in grado di remunerare il capitale».Restano invece le ombre sull'attività storica e tradizionale del gruppo che riguarda lettere e pacchi ed è oggetto di una profonda ristrutturazione, anche nell'ottica di cambiamento del gruppo che con il piano «Poste 2020» punta a diventare una grande utility di servizi che spazia dall'e-commerce, alle assicurazioni alle attività finanziarie. Nel dettaglio, l'attesa flessione dei ricavi da servizi postali e commerciali (4,4% a 3,9 miliardi), indotta principalmente dalla riduzione dei volumi sulla corrispondenza (-9%), è stata quindi compensata dalla positiva performance del comparto dei servizi assicurativi, i cui ricavi risultano in aumento del 14% a 21,4 miliardi rispetto al precedente esercizio e dalla tenuta del comparto finanziario, che ha generato ricavi per 5,2 miliardi. «Questi numeri daranno una spinta al titolo e lo aiuteranno a risalire sopra il prezzo d'Ipo», commenta un analista sottolineando che «l'elevata remunerazione e la garanzia, esplicitata dall'ad anche per il 2016, di un dividendo di questa portata rendono il titolo appetibile per gli investitori e un porto sicuro». In merito, Caio ha detto che «proprio per questo tra 2015 e 2016 c'è stato un aumento dei depositi Bancoposta» dopo che la raccolta diretta nel 2015 è cresciuta del 2,8% a 45,2 miliardi.Non mancano comunque le criticità. Il servizio tradizionale in primis, ma anche fattori esogeni legati a possibili cambiamenti normativi.

È per esempio di ieri la notizia che resta ancora incerta la data in cui terminerà definitivamente il monopolio delle Poste sull'invio di multe e notifiche. Guardando ai prossimi mesi, Ferraris ha assicurato, infine, che «il tesoretto di 5,4 miliardi di plusvalenze non realizzate nel portfolio è protetto contro eventuali aumenti dei tassi».

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