Sofia Fraschini
A stretto giro dal rinnovo dei vertici delle controllate di Stato, l'ad di Poste Italiane Matteo Del Fante «riconsegna», con il cda in scadenza, un gruppo rinnovato e con un utile raddoppiato dal 2016: 1,34 miliardi di euro.
Numeri che dovrebbero essere l'anticamera di una probabile riconferma del manager, anche se - sul tema - Del Fante ha preferito non commentare. Oltre ai risultati, il momento economico dovrebbe però spingere il governo a non fare troppi cambiamenti in seno alle controllate. Del Fante riconfermato, o il suo successore, dovranno portare avanti lo sfidante piano Deliver 2022 con cui Poste ha cambiato pelle, decidere la nuova politica dei dividendi per il biennio 2021-22, e rinnovare importanti accordi tra cui quello con Moneyfarm e Amazon. Il tutto, in un contesto economico difficile a causa degli effetti che il coronavirus avrà sull'economia. Un impatto dal quale Poste appare praticamente immune. Secondo la società, l'emergenza comporterà ancora «alcune settimane di difficoltà» per poi passare «con l'avvicinarsi della stagione estiva». Tuttavia, anche se i tempi dovessero essere più lunghi «confermeremo la guidance agendo sui costi, anche se rispettare i target sarà ovviamente più impegnativo», ha detto l'ad spiegando che al momento è stata registrata una flessione delle presenze negli uffici postali, ma un incremento del traffico dati dell'operatore Postemobile, mentre i volumi di pacchi dalla Cina per ora non hanno subito flessioni particolari.
Tornando al bilancio, oltre all'utile sono cresciuti anche i ricavi a 11,03 miliardi (+11%) e il risultato operativo che con 1,77 miliardi (+18,4%) supera l'obiettivo di 1,6 miliardi stimato per il 2019. Quanto ai target 2020, i ricavi sono attesi a 11,1 miliardi (dai 10,9 miliardi previsti nel piano Deliver 2022), il risultato operativo a 1,8 miliardi (1,6 miliardi nel piano) e l'utile netto a 1,3 miliardi (1,1 miliardi nel piano). Numeri che, come da piano, hanno permesso di aumentare anche il dividendo per azione fissato dal cda a 0,463 euro per l'esercizio del 2019 (+5%).
Guardando ai vari business del gruppo, le masse gestite sono salite a 536 miliardi (+22 miliardi), grazie a dinamiche favorevoli di mercato e a 2,9 miliardi di raccolta netta positiva. E resta solido l'indice di Solvibilità (Solvency II) del gruppo Poste Vita, pari al 276% a dicembre 2019 (a settembre 2019 era pari al 295%), al di sopra delle previsioni del management del 200% nell'arco di piano.
A livello di divisione, nel 2019 l'area Poste e Pacchi ha avuto un risultato operativo di -347 milioni (+19,3%), i Servizi finanziari di 874 milioni (+1,7%), le Assicurazioni di 1,006 miliardi, (+16,1%, oltre gli obiettivi) e il business Pagamenti e Mobile di 241 milioni (+18,6%). In una Piazza Affari in profondo rosso il titolo ha brillato con un rialzo del 3,08% chiudendo a quota 9,72 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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