Economia

Prelievo sui conti, panico in Svizzera

Ora si paga anche per tenere i soldi in banca. L'idea è della banca Rothschild, ma è un piccolo segnale d'allarme per tutti i risparmiatori italiani

Prelievo sui conti, panico in Svizzera

Una volta la chiamavano «la messa cantata». Il rito del 31 maggio, l'assemblea annuale della Banca d'Italia, era una sorta di appuntamento obbligato per verificare lo stato di salute dell'economia, così come la festa della Repubblica, nei giardini del Quirinale, ha sempre radiografato il «chi sale e chi scende» delle istituzioni.

Oggi, i riflettori su Via Nazionale saranno, invece, quasi spenti perché il ruolo della banca centrale, in questi anni, si è ridimensionato: ormai la partita si gioca a livello europeo. Ecco perché quanto accaduto in Canton Ticino, dove una delle banche più prestigiose, la Edmond de Rothschild, ha cominciato ad applicare un prelievo annuo dello 0,4% sui conti che superano i 100mila euro, è un piccolo segnale d'allarme. Non solo per i correntisti italiani dell'istituto di credito, che rappresentano i tre quarti dell'intera clientela e che ora rischiano di cantare di nuovo «Addio Lugano bella», ma per tutti i risparmiatori del Belpaese. Con questo «trend», infatti, non è escluso che, prima o poi, arrivi una circolare della tua filiale che ti chieda di sborsare quattrini solo per tenere al fresco il gruzzoletto. Come se non avessimo abbastanza tasse da pagare, ora ci potrebbe essere il balzello sui tassi negativi dei depositi, visto che sei stato prudente e non hai dilapidato i tuoi soldi. Se per le grandi ricchezze il prelievo potrà avere una logica, prima o poi il salasso potrebbe colpire i ceti medi. Finirà che gli italiani torneranno al materasso, come caveau a costo zero.

Come si è arrivati all'assurdo di questi mesi? Le banche sostengono di essere con le spalle al muro. E, in effetti, la Bce di Mario Draghi, sta da un po' imponendo un prelievo sui fondi depositati a Francoforte che gli istituti non hanno scaricato sulla clientela. Ma fino a quando l'andamento congiunturale resterà negativo? L'Abi getta acqua sul fuoco. Saremmo in una botte di ferro. Se, infatti, la banca centrale elvetica pratica un tasso negativo dello 0,75%, nell'area euro si va dallo 0,4 in negativo allo zero e, quindi, non ci sarebbe, per ora, il rischio di ripetere quanto avviene a Lugano. Chi stanno, relativamente, meglio sono, gli Stati Uniti, dove il saggio d'interesse è allo 0,5%.

Non molto diverso il discorso sui titoli di Stato: se Berna viaggia sul -0,32%, l'Italia ha una remunerazione media dell'1,45%. Per quanto riguarda i tassi sui depositi, noi abbiamo un margine positivo dello 0,15%, meglio di Francia e Germania, ma non della Gran Bretagna (+0,74%) che è fuori dall'area euro. Se, poi, vogliamo trarre una morale dalla congiuntura dei tassi sottozero dobbiamo concludere che, di questi tempi, essere troppo furbi non conviene: prima c'è stata la vicenda dei «Panama papers», adesso quella dei conti nella banca di Lugano con il salasso assicurato.

E domani? Staremo a vedere, ma, con il «non c'è due senza tre», è d'obbligo, comunque, toccare ferro.

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