Il presidente: «Cresceremo all'estero». Bene l'utile (+16%)

L'espansione di Piquadro, brand tricolore specializzato in capi di pelletteria di lusso, passa anche da Teheran. Ed è anche grazie ai nuovi mercati che la società guidata da Marco Palmieri sarà in grado di chiudere l'anno (l'esercizio fiscale termina a marzo) con una crescita «a tassi simili a quelli registrati nel corso dell'ultimo esercizio fiscale (chiuso con un fatturato in crescita del 6,6% e un utile in rialzo del 16% ndr )», nonostante il crollo di Russia e Ucraina, il rallentamento degli ordini in Grecia, gli effetti dell'apprezzamento del dollaro sui costi di produzione, le spese di riorganizzazione della rete e di riposizionamento del brand. Lo spiega a Il Giornale lo stesso presidente Palmieri, fondatore, maggiore azionista (con il 68,3% del capitale) e numero uno dell'azienda.

Le previsioni sull'anno contenute nella trimestrale approvata ieri appaiono rosee se confrontate con i risultati trimestrali…

«La nostra attività è stagionale e il periodo tra aprile e giugno è quello più sottile. Peraltro i risultati sono stati positivi. Abbiamo chiuso il periodo con un fatturato di 13,36 milioni in aumento dell'1,3%, un margine operativo lordo di 1,8 milioni (-1%) e un utile netto di 787mila euro (+8%). Rispetto a giugno 2014, infine, il debito netto è sceso di 3,2 milioni a 8,79 milioni».

Dai dati emerge una forte crescita dell'e-commerce (+23%). Quanto pesa sui conti del gruppo?

«Il web è ancora sotto al 10% del fatturato globale».

Piquadro genera il 74% delle vendite in Italia eppure, soprattutto nell'ultimo periodo, siete stati molo attivi sul fronte della internazionalizzazione...

«La società in futuro sarà sempre meno dipendente dal mercato italiano anche grazie alla crescita dei mercati extra europei (+17,8% nell'ultimo trimestre) e al potenziale rappresentato dai numerosi Paesi in cui non abbiamo ancora fatto il nostro ingresso e dove tuttavia il made in Italy è molto apprezzato. Siamo sbarcati in Iran e abbiamo aperto il primo negozio negli Usa, a New York dove stiamo esaminando un'altra apertura».

Pensate di espandervi anche attraverso acquisizioni?

«Al momento non rientra nei nostri piani».

È mai stato tentato di vendere l'attività?

«No. Non ho intenzione di vendere».

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