Il presidente di Telecom ora lo elegge l'assemblea

Il presidente di Telecom ora lo elegge l'assemblea

«Un bel cda con il contributo di tutti». Lo spiega Gaetano Micicché, consigliere di Telecom Italia, a proposito della riunione, svoltasi a Milano, che doveva sancire il rinnovamento della governance aumentando il peso degli azionisti di minoranza. Da ieri, dunque, il potere di Telco, la holding di controllo della società di tlc, si sentirà un po' meno. A partire dalla nomina del presidente e dei consiglieri che la proposta di nuova governance raccomanda siano per la maggioranza indipendenti. Quanto al presidente, il prossimo lo deciderà l'assemblea e dovrà essere scelto tra i consiglieri indipendenti e non più il cda.
Quello attuale, Aldo Minucci, scadrà con l'assemblea prevista il 16 aprile che proprio in quel frangente provvederà alla nomina, scegliendo tra una rosa di candidati che potranno essere proposti sia da Telco sia dagli azionisti di minoranza. Si tratta, dunque, di una prima vittoria per il più ostinato tra loro, ossia Marco Fossati, che controlla il 5% tramite Findim, il quale in questa battaglia può contare sull'appoggio di alcuni tra i fondi di investimento che sono i maggiori azionisti di Telecom. Soddisfatta pure Asati, l'associazione dei piccoli azionisti. Il cda ha anche fissato la soglia dello 0,5% quale quota minima per la presentazione delle candidature, la riduzione a 11 o 13 membri della composizione del prossimo cda. La scelta del presidente si auspica che debba avvenire tra i consiglieri in possesso dei requisiti di indipendenza, affinché rappresenti una figura di garanzia per tutti gli azionisti. Inoltre, per garantire l'indipendenza sostanziale del nuovo cda rispetto sia al management sia all'azionista di riferimento, si raccomanda di assicurare la presenza di una chiara maggioranza, all'interno di ciascuna lista, di candidati che si qualifichino come indipendenti.
Quanto a Telecom la tendenza del calo dei ricavi resta anche se, secondo Fitch, il 2014 può rappresentare il punto di svolta. «Il gruppo - è scritto in un comunicato - può vedere il ritmo del declino dei ricavi nazionali moderarsi». Fitch, a differenza di Moody's, non ha ancora tagliato il rating di Telecom a livello spazzatura anche se, ha detto, potrebbe farlo se non ci saranno i miglioramenti sperati. L'agenzia di rating vigila, quindi, sui conti che verranno resi noti giovedì prossimo.

Per evitare il declassamento, Telecom dovrà «rallentare il calo dell'Ebitda (margine lordo) nel 2014 e 2015». Ieri, però, il titolo ha sofferto in Borsa: -4,2%. A pesare anche la revisione del target price da parte di Goldman Sachs: da 1,05 euro a 0,95.

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