Siena festeggia la fumata bianca per la nomina di Antonella Mansi alla presidenza della Fondazione Mps. Esaurite le formalità, e l'entusiasmo per l'ondata di rinnovamento rappresentata dalla novità di una donna al vertice, ad attendere la vicepresidente di Confindustria è però un'agenda fittissima. In particolare, Mansi dovrà affrontare una serie di sfide legate a doppio filo alla complicata situazione finanziaria in cui versa il Monte dei Paschi. In primis, quella che riguarda le modalità e i tempi con cui scendere nel capitale della banca.
Nel percorso di riassetto tratteggiato da Alessandro Profumo per salvare l'istituto, Palazzo Sansedoni potrebbe trovarsi sensibilmente sotto il 10% del capitale (dall'attuale 34%). Vedremo se i «desiderata» di Profumo saranno accolti dalla presidente che difficilmente, però, lascerà sfilarsi di mano il nuovo ruolo senza trattare.
La strada per chiudere l'indebitamento (350 milioni appunto) e fare cassa (almeno 100 milioni) passa, infatti, dalla vendita di un pacchetto di titoli Montepaschi, tra il 12 e il 15 per cento. Mansi, forte della sua formazione industriale, potrebbe quindi dire la sua sul fronte dei nuovi soci. La banca è alla ricerca di un azionista che la sostenga, anche in parallelo alla discesa della Fondazione. E se all'orizzonte ancora non sembrano esserci ancora pretendenti, ecco che la neo eletta potrebbe giocare le sue carte. Il tutto cercando di fare fronte alle «beghe» finanziarie della Fondazione: un livello di erogazioni ai minimi storici che difficilmente potrà essere risollevato alla luce dell'azzeramento dei dividendi.
Insieme alla presidente si riuniranno i neo eletti in seno alla stessa Deputazione: Alessandro Carretta, Camilla Dei, Flavia Galletti e Giorgio Olivato.
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