Profondo rosso Finmeccanica Orsi: «La svolta nel 2012»

Profondo rosso Finmeccanica Orsi: «La svolta nel 2012»

Conti in rosso nel 2011 per Finmeccanica, come previsto; l’«annus horribilis», segnato dalla crisi, oltre che dalle indagini per corruzione che hanno portato all’uscita del numero uno Guarguaglini, ha lasciato il segno. Ma Giuseppe Orsi, nel duplice ruolo di presidente e ad, promette il recupero già da quest’anno.
Dal manager nessun commento sulle indiscrezioni - che ieri hanno fatto volare il titolo (+10,88%) - a proposito di un interessamento della giapponese Hitachi a rilevare il 50% di Ansaldo Breda e il 29% di Ansaldo Sts, ma arriva invece la conferma che la società che produce treni «rientra nel novero delle aziende da dismettere» e che il progetto si concretizzerà «entro l’anno». Per parte sua, il direttore generale Alessandro Pansa ha detto di essere «più confidente» di qualche mese fa sul fatto che il piano del gruppo di dismissioni di asset per un miliardo sarà realizzato entro il 2012. Le vendite erano state annunciate da Orsi già dallo scorso novembre - quando era ancora soltanto ad, e le tensioni con il presidente Guarguaglini erano ai massimi livelli - e sono considerate indispensabili per ridurre il pesante debito di Finmeccanica.
Il bilancio 2011 - chiuso con una perdita netta di 2,3 miliardi, dovuta a fenomeni «eccezionali» e «oneri non ricorrenti per 3,2 miliardi» - rappresenta quindi una premessa necessaria per consentire un nuovo corso del gruppo. Il 2012 non solo si caratterizzerà per un miglioramento dei principali indicatori di bilancio ma soprattutto sarà un anno di delicata transizione verso la Finmeccanica del futuro. Che sarà «all’insegna della discontinuità rispetto al passato: discontinuità strategica, gestionale ed etica», sottolinea Orsi. Evidente il riferimento alle indagini giudiziarie per presunti fondi neri e falso in bilancio che hanno portato lo scorso dicembre alle dimissioni di Guarguaglini e di sua moglie, Marina Grossi, ad di Selex. Il 2012 per Finmeccanica sarà dunque l’anno della svolta e la ristrutturazione del gruppo sarà «pulita e non richiederà un aumento di capitale, una bad company: non peserà sugli azionisti e quindi sui contribuenti».
Per l’anno in corso, il gruppo stima un recupero con un risultato operativo di 1,1 miliardi e il flusso di cassa positivo. Anche se c’è chi sostiene che non sarà Orsi a vederne gli effetti: le voci secondo cui il numero uno di Finmeccanica, troppo sotto pressione rispetto alle difficoltà incontrate nel gruppo, «non mangerà il panettone» si rafforzano.

E nel totonomine c’è in lizza Pansa, recentemente nominato in cda. Ma le voci che prendono più forza sono quelle per una soluzione esterna: un tandem formato da Franco Bernabè (attuale presidente di Telecom) con Giovanni Stella, oggi ad di Ti Media.

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