Economia

Quella "mission impossible" di riacciuffare la Fiat

Il numero uno designato: "Farò ogni tentativo". Ma per riuscirsi dovrebbe smarcarsi da Emma

Quella "mission impossible" di riacciuffare la Fiat

E adesso che cosa farà la Fiat? Continuerà a rimanere fuori dalla galassia confindustria­le. L’ha spuntata, seppur in volata, Gior­gio Squinzi e, quindi, le bocce resta­no ferme. La Fiat di John Elkann e Sergio Marchionne si era pubbli­camente espressa, dall’ester­no, a favore del candidato Al­berto Bombassei, già vicepre­sidente con Emma Marcega­glia con la quale l’imprendito­re, patron della Brembo, è entra­to spesso in rotta di collisione.

Squinzi, comunque, non si dà per vin­to e «farà di tutto», come ha affermato su­bito dopo aver ricevuto il lasciapassare della giunta,per riportare il Lingotto dentro l’asso­ciazione di Viale dell’Astronomia. «Non so che margini di ricomposizione possano es­serci - ha precisato Squinzi - ma, se ci saran­no, cercherò di esperire ogni tentativo in quella direzione». Con quali strumenti di convizione? Mar­chionne, nel momento in cui ha deciso di sponsorizzare l’amico Bombassei, aveva ri­marcato che «il modo di operare di Confindu­­stria attuato fino a oggi ( e Squinzi rappresen­ta un elemento di continuità ri­spetto alla Marcegaglia, che lo ha sostenuto, ndr) non basta più».

«Il programma di Bombassei - aggiunge­v­a l’amministratore dele­gato della Fiat - è certa­mente innovativo e votato al radicale cambiamento dell’associazione. E noi ci ri­conosciamo in questo processo di rinnovamento che, se dovesse esse­re completato, porrebbe le basi per un rien­tro della Fiat in Confindustria». Per Squinzi, dunque, basterebbe seguire alla lettera le ri­chieste di Marchionne per riempire la casel­la mancante e, magari, convincere altre aziende che hanno seguito l’esempio torine­se a tornare sui propri passi.

Da qui al 19 apri­­le, giorno della presentazione della sqaudra e del programma alla giunta, c’è da aspettar­si un co­ntatto esplorativo tra il presidente de­signato e i vertici del Lingotto. E sarebbe l’oc­casione per Squinzi di cercare di rassicurare Marchionne sulle intenzioni, nel corso del suo mandato,di cambiare radicalmente l’as­sociazione al suo l’interno. Fonti vicine alla Fiat ritengono, però, che il tentativo di ap­proccio (se ci sarà) già ora può essere consi­derato una sorta di mission impossible . «Il ca­po della Mapei è un “allievo” e un “protetto” della Marcegaglia - ricorda una fonte - ; per convincere Marchionne dovrebbe smarcar­si e, quindi, rinnegarla. La vedo molto du­ra... ».

E Luca di Montezemolo?L’ex presiden­te di Confindustria, Fiat, amico fraterno non­ché cliente - come Ferrari - di Bombassei, fa capire di non voler entrare nella partita e sca­rica su Marchionne: «La posizione della Fiat è stata detta con grande chiarezza, come sempre, da Marchionne». Ma davvero il Lin­gotto è nel cuore di tutti gli industriali? Molte pmi guarderebbero con preoccupazione al fatto che nelle proprie realtà la componente Fiom è ben radicata.

E aver tagliato fuori dal­le trattative con­trattuali il sindacato di Mauri­zio Landini potrebbe portare non pochi pro­blemi.

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