«Rappresaglia su Pomigliano». La Fiom riporta in aula FiatUdienza a Roma il 15 gennaio

Una mossa dei legali della Fiom potrebbe spiazzare la Fiat nella vertenza in corso su Pomigliano d'Arco: l'assunzione, cioè, di 19 operai del sindacato di Maurizio Landini , come disposto dalla Corte d'appello di Roma, e la contemporanea fuoriuscita (su decisione dell'azienda) di altrettante tute bianche dallo stabilimento campano. L'avvocato Pier Luigi Panici, che segue per la Fiom la vicenda, ha presentato ricorso al Tribunale di Roma allo scopo di impedire la procedura di mobilità a carico dei 19 addetti già impegnati sulla linea di montaggio. I giudici, in proposito, hanno fissato l'udienza per il prossimo 15 gennaio. Il ricorso presentato da Panici si basa sull'articolo 4 bis del decreto legislativo 216 del 2003 che sanziona «la reazione all'azione per far valere la discriminazione», in termini più pratici quella sorta di tit for tat deciso dal Lingotto e motivato con l'impossibilità, vista la crisi del mercato, di aggiungere in questo momento manodopera lungo la catena di assemblaggio della Panda.
I legali della Fiom, in proposito, nel prendere le difese dei 19 operai destinati a finire in mobilità, avrebbero ravvisato nella reazione torinese all'ordinanza della Corte d'appello, la casistica di «reazione vietata».


E così Landini cerca ora di fare breccia, con questa mossa a difesa dei 19 in procinto di «saltare», tra i lavoratori firmatari dell'accordo che ha portato alla nascita di Fabbrica Italia Pomigliano.
La situazione, in attesa che il pool di legali del Lingotto depositino il ricorso alla Cassazione dopo il verdetto della Corte d'appello, si fa ora più complicata.

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