Rcs, i Benetton blindano lo status quo

Rcs, i Benetton blindano lo status quo

La guerra di posizione all’interno di Rcs è destinata a proseguire. Ma più che la Borsa - con un flottante esiguo di poco superiore al 10% - conteranno gli schieramenti in campo che, al momento vedono teoricamente (e realmente) contrapposto un patto di sindacato forte del 58%, il primo azionista Giuseppe Rotelli con il 16,55% e Diego Della Valle con un 5,4% che nei prossimi mesi cercherà sicuramente di incrementare.
Non fa specie, quindi, che in un giornata drammatica per i mercati come quella di ieri, il titolo Rcs abbia messo a segno un rialzo del 5,4%, a 0,8 euro, dopo una serie di sospensioni e con un massimo intraday a 0,89 euro (+17%). Si tratta, comunque, di un titolo per aficionados considerato che - dopo giorni di polemiche e annunci - alla riapertura di Piazza Affari è passato di mano solo lo 0,54% del capitale. E tra i fan del titolo c’è sicuramente la Proto Organization Ltd che ha dichiarato di essersi avvicinata all’1% e di puntare al 2% del capitale di Rcs. La società che fa capo ad Alessandro Proto aveva reso noto lunedì di aver acquisito circa lo 0,5% e probabilmente avrà incrementato la posizione con strategie alternative.
Anche perché soci disposti a vendere non sembrano essercene. Anzi, dopo alcune malevole indiscrezioni fatte filtrare nei giorni scorsi, Edizione Holding - la cassaforte della famiglia Benetton - ha fatto sapere che il 5,1% detenuto fuori dal patto «non è in vendita».
Non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di una spiegazione considerato che gli imprenditori veneti hanno acquistato nel 2006 a 4,51 euro a fronte degli 0,8 attuali e, soprattutto, considerato che i Benetton non hanno alcuna necessità di liquidità. La mossa trova una sua motivazione, invece, se si pensa che Edizione è componente del «gruppo B» del patto di sindacato di Mediobanca con il 2,16 per cento. Ecco perché dopo l’acquisto del 5,24% della famiglia Toti da parte di Giuseppe Rotelli la guerra per il controllo di Via Solferino si combatterà tutta in trincea almeno fino al settembre del 2013 quando sarà possibile disdettare il patto di sindacato. Nel frattempo l’asse Mediobanca-Fiat, che detiene il 24% all’interno del patto, continuerà a trovare il proprio contraltare nel presidente del cds di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, che potrà contare sull’appoggio esterno di Rotelli, sicuramente non ostile al Professore e cui non dispiacerebbe di certo entrare nell’accordo di sindacato. Diego Della Valle dovrà gestire questo lungo periodo con sapienza, magari con qualche «azione di disturbo» come già accaduto in passato nelle Generali. Una caratteristica che ieri ha fatto commentare al numero uno di Pirelli (5,2% di Rcs), Marco Tronchetti Provera: «Non mi sorprende che sia uscito dal patto, l’aveva già chiesto da tempo».
Intanto, la scelta del nuovo ad che prenderà le redini del gruppo da Antonello Perricone procede un po’ a rilento anche a causa delle vacanze pasquali.
Al professor Bazoli, garante degli equilibri del Corriere, non dispiacerebbe un manager proveniente da una «scuola formativa».

Come ad esempio McKinsey nella quale sono cresciuti Corrado Passera, Vittorio Colao, Enrico Tommaso Cucchiani. E nella quale oggi lavora Claudio De Conto che, sondato da Spencer Stuart, avrebbe almeno inizialmente opposto un rifiuto. L’ex manager di Pirelli avrebbe tutte le competenze per rilanciare Rcs.

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