Oggi ci sarà il Grexit? Sabato i guru dell'economia davano l'uscita della Grecia dall'euro al 50%. I mercati nel complesso, non hanno comprato né venduto euro. Domenica la lancetta si è spostata al 30-40% perché è balenata la notizia di un accordo, però un po' vago. È facile che all'ultimo minuto qualcosa vada storto. Una cosa, tuttavia, è chiara. A decidere ci sono la Germania e la Francia, mentre l'Italia che pure ha investito nel salvataggio greco 50 miliardi, avendo una quota del 18 % nella BCE e nel sistema monetario dell'euro, è rimasta alla finestra.
Renzi, presente da per tutto, qui non compare. La sua priorità è l'assunzione di 100mila insegnanti, senza regolare concorso, per attuare il progetto denominato «la buona scuola» (forse che la scuola per esser cattiva deve assumere gli insegnanti sulla base di una prova scritta e orale?). Il Regno Unito non partecipa alla trattativa con la Grecia perché è fuori dall'euro. Ma per l'Italia, che è uno dei tre grandi Paesi dell'eurozona, assieme a Germania e Francia, questa assenza è inspiegabile e molto fastidiosa. Infatti sia nel caso del Grexit, che nel caso di GreMerkel, ossia di accordo di Atene con Angela Merkel, noi saremo il paese che avrà le maggiori ripercussioni. Nella ipotesi di fuoriuscita della Grecia, ci sarà un triplo test, che ci coinvolge in prima linea, che riguarderà l'azione della Bce, i comportamenti dei mercati finanziari, le scelte della Grecia nella emissione di una moneta non euro e le sue mosse politiche. Se la BCE attuerà una azione monetaria efficace contro eventuali mosse speculative anti euro, lo spread sul nostro debito pubblico potrà avere un rialzo contenuto e forse temporaneo. Ma non è chiaro che cosa accadrà nelle prime ore e quali saranno le nostre contro mosse.
Anche il comportamento dei mercati della sterlina e del dollaro verso di noi sono importanti. La volta scorsa, la speculazione contro il debito pubblico italiano, per far saltare l'euro, apparve guidata soprattutto da operatori di Londra. Ma questa volta? Non è detto che la Russia dia alla Grecia un ampia e calorosa apertura.
E che tipo di moneta emetterà la Grecia, come reagirà il mercato locale e quello vicino? La Turchia che cosa farà? Tutto ciò ci coinvolge più degli altri, essendo l'Italia il Paese europeo più vicino alla Grecia e quello con il maggior debito pubblico. Comunque, noi dovremmo darci da fare per tranquillizzare i mercati, facendo capire che l'Italia non è la Grecia. Ma Renzi ce l'ha un piano A? E quello B? Nel caso che prevalga GreMerkel, la Germania avrà segnato un punto a favore della propria linea di richiesta di rigore o semi rigore, in cambio di aiuto finanziari europei.
Ne consegue che anche in questa ipotesi noi dovremo fronteggiare la richiesta di fare le riforme e ridurre il deficit. Sarà ovvio che Berlino ce lo chiederà più di ora, in cambio della politica espansiva della Bce con il Qe (cioè acquisto da parte della Bce di debito pubblico posseduto dalle banche). Inoltre la riduzione della spesa, le riforme, la riduzione del debito serviranno a far capire ai mercati che noi, nell'euro, ci stiamo positivamente.
Non saremo il nuovo bersaglio.
Invece Renzi risponde a ciò con la assunzione di 100mila insegnanti al più presto, con il rischio di un onere a carico del contribuente o di un maggior deficit. Due soluzioni, entrambe inadatte a farci crescere il Pil italiano ed ad attirare l'investimento estero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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