Economia

Da Quota 102 a 42: cosa succederà alle nostre pensioni nel 2023

Tra le priorità a cui il nuovo governo dovrà mettere mano c'è il tema della riforma delle pensioni: ecco le ipotesi e cosa chiedono i sindacati

Da Quota 102 a 42: cosa succederà alle nostre pensioni nel 2023

Adesso che il governo prende forma, una tra le prime "opere" all'ordine del giorno dovrà essere la riforma delle pensioni con l'attuale sistema (Quota 102) in scadenza alla fine dell'anno. Tecnicamente si può ripetere la stessa misura, si parla anche di Opzione donna ma potrebbero vedere la luce anche nuove opzioni. Di sicuro, la maggioranza di governo vorrà evitare il ritorno alla legge Fornero (a meno che non venga opportunamente modificata).

Quali soluzioni?

In "vantaggio", quindi, c'è Quota 102 che prevede l'uscita dal mondo del lavoro a 64 anni di età con 38 di contributi. Questa misura, comunque, non sarà possibile cumularla con i redditi da lavoro a parte gli autonomi occasionali che non superano le cinquemila euro annue. L’incumulabilità scatta il primo giorno di pensione e si protrae fino a quando non maturano tutti i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia (dai 67 anni in su). Come ricorda il Corriere, nel momento in cui si verifica questa situazione, la pensione viene sospesa come avviene per i redditi prodotti nei mesi precedenti.

Tra le altre opzioni di cui si è parlato nei mesi scorsi c'è il pensionamento che si ottiene con 42 anni e 10 mesi di anzianità di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) indipendentemente dall’anagrafe e senza gli adeguamenti previsti riguardo all’aspettativa di vita in italia fino a 2026. In questo modo potranno ottenere l'agevolazione i lavoratori chiamati "precoci" (12 mesi di contributi prima di aver compiuto 19 anni), in una situazione che li accomuna con l'ape sociale. Il problema è legato ai costi e fin quando non sarà approvata la Legge di Bilancio si brancola nel campo delle ipotesi: servono almeno 4 miliardi di euro per il primo anno per poi averne 10 in quelli successivi.

"Allinearci all'Europa"

"Riallineare l'età di accesso alla pensione in Italia intorno a 63 anni come avviene negli altri Paesi europei, introducendo forme di flessibilità per i lavori gravosi e usurante. E fare una grande operazione verità sui conti previdenziali, separando finalmente la spesa per pensioni da quella assistenziale e prevedere da subito una pensione di garanzia per i giovani penalizzati dal lavoro precario di questi anni": sono state queste le dichiarazioni del numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha detto la sua sul tema della riforma delle pensioni che a breve sarà sul tavolo del nuovo governo. Non vanno trascurate le donne: "Bisogna stabilire un anticipo pensionistico per ogni figlio e valorizzare il lavoro di cura oggi ai fini previdenziali.

Se tutti affermiamo che le donne lavorano più degli uomini bisogna essere coerenti bisogna mandarle in pensione prima", conclude.

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