Unipol ritocca i concambi da cui passerà l'integrazione con l'ex «casa Ligresti» e rivede il piano industriale di quello che si appresta a diventare il nuovo gigante italiano delle polizze alle spalle delle Generali. I faldoni saranno sul tavolo dei consigli di amministrazione di Milano Assicurazioni, Fonsai, Premafin e della stessa Unipol convocati in sequenza dalla mattinata di domani per approvare in via definitiva il progetto di integrazione in «Uni-Sai». La compagnia delle Coop aggiornerà anche il piano industriale illustrato a giugno.
L'operazione nella sua struttura originaria assegnava alla Unipol di Carlo Cimbri il 61% dell'aggregato, seguito da Fonsai (27,45%), Milano Assicurazioni (10,7%) e Premafin (0,85%). Gli advisor, che a differenza dei mesi scorsi ora possono lavorare condividendo le metodologie di calcolo, stanno però cercando il nuovo incastro alla luce dei risultati conseguiti nei primi nove mesi dell'anno dalle 4 società. Così come resta da capire quanto peseranno i dubbi espressi dall'Isvap, ora Ivass, sulle riserve Unipol (200 milioni) e la parallela corsa sulle riserve di Fonsai: gli analisti stimano un aumento degli accantonamenti dai 500 milioni annunciati a quota 700 milioni. Su Fonsai incombono pure le conseguenze del fallimento di Imco e Sinergia, le due casseforti della famiglia Ligresti, che lasciano oltre 100 milioni di perdite sui crediti. Tutti elementi di cui tenere conto nell'interesse dei soci di minoranza, anche se a conti fatti le novità potrebbero elidersi e tradursi in modifiche limitate ai concambi di un riassetto quantomai tormentato che ha segnato la fine dell'era Ligresti. Finendo per diverse ragioni all'attenzione delle Procure di Milano e Torino, un'incognita che incombe sull'operazione. È trascorso un anno da quando, era il 23 dicembre 2011, il cda di Fonsai avviò una drastica pulizia di bilancio e tentò di risanare il gruppo con un maxi-aumento rapidamente salito a quota 1,1 miliardi; quindi l'abboccamento con Unipol favorito da Mediobanca e la battaglia ingaggiata da Sator di Matteo Arpe e da Palladio di Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago per prendere il controllo di Fonsai con un progetto alternativo.
Tornando alla tabella di marcia di domani, intorno alle 18.30 Cimbri illustrerà i concambi e il progetto industriale alla comunità finanziaria: il vecchio piano prevedeva al 2015 con un utile di 821 milioni, a fronte di un margine di solvibilità pari al 184% e di un combined ratio al 93 per cento.
L'invito alla conference call è stato recapitato ieri nelle sale operative, dove si scommette appunto che Unipol incrementerà la cura in atto sulle riserve Fonsai. Così come è atteso un aggiornamento sulle cessioni necessarie a saldare i debiti con l'Antitrust: Cimbri deve rinunciare a 1,7 miliardi di premi Danni, per cui potrebbe essere favorita Cattolica, e uscire da Mediobanca (4,4%) come è accaduto con Generali (1,1%).
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