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Saipem, ok dei soci all'aumento da 3,5 miliardi

Via libera che sfiora l'unanimità per l'aumento di capitale da 3,5 miliardi in casa Saipem. Ieri l'assemblea del gruppo di San Donato ha varato la misura di risanamento finanziario e posato la prima pietra del rilancio che passerà - dopo l'aumento che avverrà entro marzo - dal finanziamento bancario da 4,7 miliardi (3,2 miliardi a servizio del debito e 1,5 miliardi per la liquidità), dall'ingresso dell'Fsi (il fondo della Cdp) nel capitale e dal contestuale alleggerimento dell'Eni (al 30% dal 42,9%). Un cronoprogramma dettagliato che dovrebbe permettere a Saipem di chiudere una lunga parentesi negativa che, in questi anni, complici due profit warning, un debito in crescita esponenziale, il crollo del petrolio e alcuni scandali giudiziari, ha abbattuto il titolo (a 8 euro dai 40 del 2012). A scegliere di voltare pagina è stata ieri l'assemblea compatta (presente il 61,49% del capitale ordinario, oltre il 99,6% ha votato a favore, contrari lo 0,34%, astenuti lo 0,02%) e in particolare gli azionisti rilevanti: oltre a Eni, Bank of China con il suo 2,03% e il fondo Usa Dodge & Cox con il 12,22%. Si presume, quindi, che tutti i soci parteciperanno all'aumento.Grazie all'aumento, ha spiegato il presidente Paolo Andrea Colombo, «Saipem può riequilibrare il rapporto tra capitale proprio e quello di debito e aumentare la propria indipendenza da Eni». Con la capogruppo la Saipem è indebitata per 2,83 miliardi con scadenza 30 giugno 2016 e per 3,71 miliardi in scadenza il 30 giugno 2020, che pesano per il 93% sull'indebitamento finanziario lordo di Saipem, che Colombo stima in crescita a 6,9 miliardi a fine anno. L'ad Stefano Cao ha fatto il punto sulle voci di cessione dello stabilimento sardo del gruppo ad Arbatax rilanciate dai sindacati: «Fa parte delle radici storiche e strutturali dell'attività di Saipem, ma risente delle condizioni di mercato. Ora non c'è la visibilità ottimale sulle future condizioni di lavoro, seguiamo la situazione con grande attenzione, ma è difficile esprimersi».I prossimi mesi saranno cruciali, perché «riportare il debito sotto controllo spiega un analista è importantissimo e permetterà a Saipem di ritrovare il rating investment grade, fondamentale quando si va in giro per il mondo a competere per gare di grandi oil company». Sistemati i conti, Saipem dovrà puntare a nuove commesse.

Ieri è stato poi rinviato al 25 gennaio il processo in corso sulle presunte tangenti pagate in Algeria, nel quale, oltre al ministero dell'Economia, si sono costituiti parte civile Sonatrach ed il Movimento Cittadini Algerini d'Italia e d'Europa. Una richiesta avanzata esclusivamente nei confronti degli ex-manager di Saipem e di Eni coinvolti, escludendo quindi la società. Ieri il titolo ha chiuso a -0,37% a 8,09 euro.

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