"Chi semina vento..." Così si giustifica il killer. Ciriani: "Clima da Br"

A sinistra lettura a senso unico dell'omicidio Kirk. Bufera sul ministro: "Gravissimo, si dimetta"

"Chi semina vento..." Così si giustifica il killer. Ciriani: "Clima da Br"

I fiumi dell'odio sono in piena. E per un militante che imbocca la strada senza ritorno dell'attacco fisico - come il militante che ha ucciso l'astro nascente della destra reazionaria americana Charlie Kirk - molti sguazzano nella violenza verbale, sui social e non solo. Un odio montante che, a sinistra, pochi sembrano davvero intenzionati ad arginare, quando colpisce gli avversari.

La lettura che prevale è settaria e unilaterale: si minimizza, si sottovaluta, se non si giustifica. Forse inconsapevolmente. Sui proiettili usati per colpire Kirk è stata incisa la scritta "Bella ciao", ma dopo quasi due giorni trascorsi dall'azione omicida nel campus dello "Utah", chi ieri avesse cercato una condanna netta ed esplicita, a beneficio di tutti, sui profili social dei maggiori leader della sinistra, avrebbe cercato invano. E Arianna Meloni, a "4 di sera", commentava così: "Davanti a un fatto così grave non sentire esponenti di sinistra che condannano in modo radicale, fa rabbrividire".

La schiera dei minimizzatori, quelli del "sì, ma...", o del "sì, però..." ieri si è infoltita. In principio erano stati i commenti agghiaccianti di Alan Friedman ("la violenza in America cresce grazie a gente come lui", aveva detto dell'attivista da poco ucciso) e del matematico Piergiorgio Odifreddi (già candidato in varie formazioni della sinistra, dal Pd alla lista di Michele Santoro) che ha scandalizzato anche David Parenzo, spiegando in tv che "Sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante di Maga (il movimento trumpiano, ndr) sono cose diverse", per poi ripiegare sul proverbiale "chi semina vento raccoglie tempesta", che molto ricorda un brutale "se l'è cercata". Solo più sofisticato l'opinionista Michele Serra, che su Repubblica ha teorizzato come "i killer politici sono tutti uguali" mentre "non sono così uguali tra loro le vittime" e giù un elenco di figure - tutte di sinistra - che sono state uccise battendosi per la pace o i diritti, dai Kennedy a Rabin a Luther King. Intanto Corradino Mineo, storico volto Rai, ex senatore Pd, ieri ha fatto sapere che, per lui, "chi ha ucciso il crociato dell'odio Charlie Kirk, come chi si fa antisemita contro Netanyahu, è un epifenomeno del fascismo di Trump e di Netanyahu" e "fa la gioia di Giorgia Meloni, che pubblica un post - di cui nessuno si sarebbe accorto - con Kirk a testa in giù e la scritta meno 1".

Gli oltranzisti demonizzano Kirk non solo per le idee "suprematiste", ma anche per il sostegno a Israele e per il suo "no all'aborto", come se fosse anch'esso indice di razzismo. Si potrebbe ricordare che Luther King era un pastore battista, e che scrisse la celebre lettera in cui metteva in guardia: "Quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei". Questa era "la verità di Dio" secondo King, non esattamente un "pro Pal" da centro sociale. Ma la deriva in corso va oltre ogni argomento razionale. C'è chi, anche a sinistra, un argine prova a metterlo. "Oggi più che mai deve alzarsi un messaggio unanime e condiviso contro la cultura dell'odio e contro la violenza politica. Sempre e ovunque" ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, e la capogruppo Raffaella Paita ieri ha rimarcato che "la sinistra che festeggia l'omicidio di Charlie Kirk non è non sarà la mai la nostra sinistra". Saranno fischiate le orecchie a "cattivi maestrini" come Giorgio Cremaschi, che non ha voluto venir meno alla sua storia (già dirigente Fiom, poi portavoce di "Potere al popolo") dichiarando: "Non una lacrima per Charlie Kirk fascista razzista erede del Ku Klux Klan".

Il clima è pesante. E il ministro Luca Ciriani lo vede così: "In Senato il M5S ha rivolto accuse vergognose al ministro degli Esteri. Nei giorni scorsi, un partitino come Italia Viva ha attaccato la presidente del Consiglio per i suoi viaggi. Negli Stati Uniti viene ucciso un ragazzo di 31 anni e qualche intellettuale in televisione dice che se l'è meritata. Sono le stesse parole che si sentivano ai tempi di Sergio Ramelli e delle Brigate Rosse". Reazioni indignate a sinistra, da parte dello stesso Renzi (che di Ciriani chiede le dimissioni) ma di tutto il "campo largo". E intanto, anche quel macabro "Bella ciao" accende gli animi.

"Bella ciao e la storia dell'antifascismo con questo Tyler Robinson, l'assassino di Charlie Kirk, non c'entrano un bel nulla" mette le mani avanti Gad Lerner, altro giornalista engagé. Ma Fdi, con i suoi, insiste e denuncia l'uso del canto come segnale di "odio politico della sinistra".

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