Salini Impregilo accelera sul salvataggio di Astaldi

Presentata una offerta non vincolante per il settore costruzioni. Spezzatino più vicino

Salini Impregilo accelera sul salvataggio di Astaldi

Salini Impregilo ha presentato un'offerta non vincolante per Astaldi, aprendo di fatto la strada allo «spezzatino» del gruppo di costruzioni in crisi. Al momento primo e unico cavaliere bianco, il general contractor guidato da Pietro Salini sul dossier seguito dagli advisor Merrill Lynch e Vitale & Co è uscito allo scoperto dicendosi formalmente interessato solo a una parte del gruppo: «L'offerta non vincolante riguarda le attività collegate al settore costruzioni, al fine di proseguire gli approfondimenti finalizzati a valutare le potenzialità di un'integrazione industriale coerente con i propri obiettivi di disciplina finanziaria» spiega una nota. Una proposta che Salini, secondo indiscrezioni, dovrebbe fare in asse con un partner finanziario o un fondo. E che - come prevedibile alla luce della strategia industriale del gruppo - non contempla la parte delle concessioni, (per la quale potrebbe farsi avanti qualcun altro), ma riguarda solo una parte degli asset alla voce «costruzioni».

A decidere quali e quanti asset potrebbero passare in casa Salini sarà una due diligence che partirà a breve dopo un incontro, atteso a giorni, con i commissari. In cima alla lista ci sono sicuramente le commesse in comune tra i due gruppi e che Salini, pur che poco esposta in Italia (solo il 7% dei ricavi) , non può permettersi di veder rallentare o fallire: in particolare il progetto per la linea 4 della metro di Milano, la linea ferroviaria ad alta velocità Verona-Padova e Napoli-Bari, la linea ferroviaria Palermo-Catania. In secondo luogo, potrebbero essere nel mirino del cavaliere bianco anche gli asset migliori di Astaldi all'estero.

Una mossa, quella avanzata ieri da Salini, che dovrebbe essere accolta con favore dal mercato. Nelle settimane passate, gli analisti hanno ribadito più volte che un'eventuale merger tra le parti sarebbe stato poco conveniente per Salini, ma che un focus su asset strategici avrebbe invece fatto la differenza. Mediobanca Securities ha ricordato che Astaldi «dovrebbe avere un portafoglio ordini di circa 10 miliardi, con l'Italia che conta circa il 40%. Un potenziale interesse in questi progetti sarebbe quindi positivo, ma un interesse per l'intera Astaldi potrebbe invece mettere in tensione il bilancio di Salini».

Il percorso di un'eventuale merger si profila comunque lungo e tortuoso: Astaldi deve ancora presentare il piano per il salvataggio a banche e creditori. In particolare, risale al 17 ottobre il via libera del Tribunale di Roma alla richiesta di Astaldi di presentare una proposta di concordato in continuità aziendale, con la nomina dei commissari.

A ottobre Astaldi ha annunciato un indebitamento a fine giugno di 1,89 miliardi, a seguito di una «temporanea tensione finanziaria». Una situazione legata anche alla mancata cessione del Terzo Ponte sul Bosforo in Turchia.

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