«Salini Impregilo diventerà la prima negli Stati Uniti»

Salini: «Oltreoceano già il 30% del fatturato»

Valeria Robecco

New York Un tributo al genio innovatore, coraggioso e cosmopolita di Arturo Toscanini per rafforzare la scelta strategica di crescere nella più grande economia del mondo. È questo il senso dell'unione, a primo avviso insolita, tra il grande musicista e il gruppo di costruzioni Salini Impregilo con la sua divisione americana Lane Construction Corporation, che ha sponsorizzato tre concerti a Washington e New York per il 150esimo anniversario della nascita di Toscanini e il 60esimo dalla morte.

Il gruppo, specializzato nella costruzione di grandi opere, genera il 30% del fatturato negli Stati Uniti e il 7% in Italia, e punta a «diventare il numero uno nel mercato Usa», come spiega Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo. «Siamo già il numero uno come produttore di asfalto e come produttore di strade - continua - ma ci piacerebbe essere il contractor leader per dare a questo Paese le infrastrutture che merita e che gli servono per crescere».

Per questo hanno scelto «un cittadino del mondo» come Toscanini per stringere ancora di piu' il dialogo oltreoceano, con due concerti dei Cameristi della Scala di Milano a Washington, alla Library of Congress e nella monumentale stazione Union Station. E infine con un'ultima esibizione alla libreria Rizzoli di New York, accompagnata dalla presentazione del libro Toscanini - The Maestro: A Life in Pictures. «Il maestro ha saputo imporsi in un grande Paese, l'America, facendone la sua seconda casa e diventando un mito - ricorda ancora Salini - Proprio questo ci ispira giorno dopo giorno. Siamo nati costruttori in Italia e oggi siamo un gruppo internazionale, presente in oltre 50 Paesi». «Negli Usa, con Lane, vogliamo crescere con la stessa dedizione nell'elaborare progetti e tenacia nell'eseguirli, anche in condizioni ambientali difficili», precisa.

Il tributo al leggendario direttore d'orchestra è stato anche l'occasione per presentare Lane, attiva in 28 stati Usa e leader nella costruzione di strade e autostrade. «Toscanini era non solo italiano, ma anche americano.

E anche noi siamo non solo italiani ma anche americani, visto che facciamo qui il 30% del nostro fatturato - conclude Salini - è la storia di un mondo italiano che si muove e si dà da fare in giro per pianeta, cercando di fare bene il proprio lavoro».

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