Salini, segnali di fumo per invitare Gavio a trattare su Impregilo

Salini, segnali di fumo per invitare Gavio a trattare su Impregilo

Segnali di fumo tra Salini e Gavio. I costruttori romani, che nell'assemblea di luglio hanno ribaltato il consiglio d'amministrazione di Impregilo conquistandone la gestione, aspettano di trovare una soluzione da proporre alla famiglia piemontese, che è comunque rimasta ferma al 29,9% (tramite la holding Igli) delle azioni della società, addirittura qualcuna di più degli stessi Salini. E che con tale quota è in grado di bloccare l'integrazione Impregilo-Salini, obiettivo finale di questi ultimi.
I segnali di fumo si sono visti ieri, all'assemblea della ex Autostrade Torino-Milano (che ha deciso il cambio del nome in Astm) controllata dai Gavio al 51%, dove però sono spuntati, a sorpresa, anche i Salini, depositando una quota dello 0,2%. Un chip che è per l'appunto un segnale. E a doppia valenza.
La prima è per registrare una presenza che però potrebbe anche essere maggiore: nessuno vieta ai Salini di avere il l'1,99% (non oltre il 2%, se no va comunicato alla Consob), ma di depositarne solo una parte. La seconda è il messaggio che, d'ora in poi, i Salini saranno una sentinella ben attenta alle cose dei Gavio in Astm. Almeno tanto quanto i Gavio hanno già mostrato di volerlo essere in Impregilo tramite Igli. Un'«attenzione» che ha già generato una denuncia per aggiotaggio ai danni di Salini per un presunto patto occulto con i fondi Amber, oltre che una forte contestazione sul valore strategico del piano Salini-Impregilo. Pistole puntate reciprocamente, com in un film di Quentin Tarantino, che però, a dispetto delle apparenze, potrebbero aprire il campo a una fase nuova. Non a caso, ieri, Salini si è astenuto con il suo 0,2% sul cambio di nome e di oggetto sociale e ha fatto trapelare che l'operazione «non è una mossa ostile».
In realtà, dopo mesi di scontro duro, una volta assorbite le scorie della battaglia il clima sembra essere più disteso. Salini vorrebbe presto portare Gavio sul terreno di un negoziato che gli apra la strada all'integrazione di Impregilo, obiettivo strategico finale. Una trattativa che potrebbe essere favorita dalla rivalutazione in Borsa del prezzo del titolo: con la gestione Salini, Impregilo è schizzata ai massimi, fino ai 3,8 euro per azione toccati ancora ieri, anche grazie ai 925 milioni finiti nelle casse del gruppo dopo la cessione del 29% di Ecorodovias E che potrebbero presto essere tramutati in un dividendo straordinario. Un livello di prezzo che, rispetto ai 3,4 euro per azione di valore medio di carico di Igli, per i Gavio significa una plusvalenza intorno ai 50 milioni.

In altri termini, nelle prossime settimane si tratterà di capire se i due contendenti intenderanno procedere sulla strada delle denunce, inchieste interne su parti correlate, richieste di revoche assembleari e altre amenità, ovvero si predispongano per trovare un accordo di reciproca soddisfazione, posto che Salini si vuole tenere Impregilo e che non intende scoprire le carte su cosa offrire a Gavio. Per questo, sullo sfondo, rimane sempre viva anche l'ipotesi del lancio di un'Opa obbligatoria.
@emmezak

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