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Salini si fa in quattro per arrivare a 11 miliardi

L'obiettivo da raggiungere entro il 2025. Focus su costruzioni, acqua, concessioni e immobili

Salini si fa in quattro per arrivare a 11 miliardi

Webuild torna all'utile e sancisce nei numeri il salto dimensionale realizzato negli ultimi anni a livello globale con il plauso della Borsa che ieri ha incoronato il titolo a Piazza Affari a quota 1,77 euro con un rialzo del +12%. Fissando al 2025 un obiettivo ricavi a 11 miliardi, il numero uno del gruppo Pietro Salini ha presentato il nuovo piano industriale 2023-2025 con cui la sua creatura si farà in quattro veicoli per cogliere nuove opportunità: Webuild Water avrà Fisia Italimpianti come società leader nel trattamento delle acque e veicolo per rispondere alle sfide legate alla scarsità d'acqua; Webuild Concessions radunerà tutte le concessioni del gruppo; Webuild Tunnelling & Maintenance riunirà le società Seli Overseas e Cossi Costruzioni, attualmente attive nella costruzione dei principali corridoi transeuropei Ten-T, con un'offerta che va dallo scavo di gallerie alla manutenzione stradale; e Webuild Real Estate sarà un veicolo per lo sviluppo e la valorizzazione di asset immobiliari del gruppo.

Un ulteriore cambio di passo dopo l'evoluzione degli ultimi dieci anni.

Era il 2012 quando Pietro Salini scalò l'allora Impregilo guidata da Massimo Ponzellini per dare poi vita a quel general contractor che avrebbe catalizzato le costruzioni italiane (salvando Astaldi, Seli e Cossi) divenendo la Webuild internazionale di oggi che ha letteralmente spiazzato il mercato.

Abbiamo più che triplicato le nostre dimensioni da quando abbiamo iniziato questo percorso, partendo da Impregilo che aveva 2 miliardi di euro di fatturato annuo per arrivare oggi a oltre 8 miliardi", ha spiegato Salini.

Guardando ai numeri, l'utile netto adjusted si è attestato a 118 milioni, dalla perdita di 56 milioni dell'esercizio precedente. Mentre l'indebitamento lordo è sceso a 2,6 miliardi, 35 milioni in meno rispetto alla fine del 2021. Bene i ricavi adjusted che sono cresciuti anno su anno del 22% a 8,1 miliardi grazie alla qualità del portafoglio ordini, pari a 53,4 miliardi, di cui 44 miliardi relativi a costruzioni e 9,4 miliardi riferiti a concessioni e manutenzioni. Il totale dei nuovi ordini acquisiti è per oltre l'80% in geografie chiave con basso profilo di rischio: Italia, paesi dell'Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti e Australia, principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l'alta velocità.

Webuild sta, inoltre, perseguendo opportunità derivanti da nuovi segmenti di mercato nella transizione energetica e l'agricoltura sostenibile, quali ad esempio la produzione di fertilizzanti (urea), linee di trasmissione e fonti di energia rinnovabile, facendo leva sulle competenze tecniche recentemente acquisite con l'australiana Clough.

La società punta, inoltre, ad efficientare il piano di investimenti per 50 milioni attraverso lo smobilizzo e la rotazione di asset, oltre all'ottimizzazione dei contratti in essere. Target finanziari - ha precisato il gruppo - che non riflettono gli impatti potenziali derivanti dall'avvio di mega progetti quali il Texas bullet train, il Ponte di Messina e le efficienze operative legate alla riorganizzazione delle controllate.

Sulla scorta dei buoni risultati, il cda proporrà all'assemblea degli azionisti, che si riunirà il 27 aprile, la distribuzione di un dividendo di 0,057 euro per ciascuna azione ordinaria e di risparmio.

Al 2025 i dividendi cumulati saranno di 170 milioni.

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