Colpo di scena a Cattolica. Il cda della compagnia assicurativa veronese ha tolto le deleghe operative all'ad Alberto Minali (foto), assegnandole al direttore generale Carlo Ferraresi. «Una decisione dolorosa, ma inevitabile per preservare e garantire al meglio valori e obiettivi di Cattolica» ha scritto in un messaggio ai dipendenti il presidente Paolo Bedoni, considerato il principale artefice della manovra che ha fatto fuori il manager veronese (che resta però in cda).
Da tempo tra Bedoni - potente e storico rappresentante dell'anima cooperativa della compagnia, proveniente dalla Coldiretti, consigliere da 20 anni e presidente da 13 - si era trovato in contrasto con Minali. Una contrapposizione tra la conservazione di un presidente schierato in difesa dei meccanismi e della governance cooperativi, e un manager del mercato, proveniente da Generali, arrivato a Cattolica poco più di due anni fa per modernizzare e rilanciare il gruppo, trovare nuovi investitori stabili e rivedere la governance. A Minali si deve il clamoroso ingresso nel capitale del finanziere Warren Buffett, con circa il 9%. Con Minali il titolo Cattolica è cresciuto di oltre il 30%, lasciando zona 6 euro per assestarsi intorno a quota 8. Tuttavia le resistenze interne al cambiamento, soci probabilmente terrorizzati da una futura trasformazione in spa, non hanno permesso a Minali di sviluppare fino in fondo la sua azione. E questo nonostante il recente intervento dell'Ivass, l'authority delle assicurazioni, che ha richiamato la compagnia a rendere il proprio cda più tecnico, giovane e indipendente. Non a caso il siluramento di Minali ha ieri scatenato una bufera.
La fondazione Cariverona, azionista con il 3,4%, ha detto di attendersi ora «di conoscere tutti gli elementi e le motivazioni alla base della decisione. Ora i consiglieri devono spiegare i motivi»'. E l'avvocato Giuseppe Lovati Cottini, uno dei due soci che in ottobre ha chiesto un'assemblea straordinaria, ha ieri chiesto spiegazioni.MZ
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