
Fondazione Roma e Fondazione Mps hanno bocciato il bilancio 2024 di Sator spa, la finanziaria fondata e guidata da Matteo Arpe (in foto), sollevando rilievi su mancate svalutazioni per oltre 23 milioni relative alle partecipazioni in Tinaba e nel Fondo Sator Private Equity Fund (Spef), il fondo che controlla indirettamente Banca Profilo. È quanto riferisce Radiocor.
I due enti bancari, azionisti di minoranza (2,9% Roma e 1,1% Mps), hanno formalizzato le loro osservazioni all'assemblea di fine giugno, chiedendo al cda di valutare le opportune rettifiche. Hanno votato contro il bilancio anche in ragione di una "sovrastima del valore delle più rilevanti poste dell'attivo", che comporterebbe svalutazioni per 23,1 milioni e la perdita della principale fonte di ricavo, le commissioni di gestione di Spef, ormai in liquidazione. Le due Fondazioni hanno espresso "forti perplessità sull'esistenza dei presupposti per la continuità aziendale a medio termine". Nonostante il loro voto contrario, il bilancio è stato approvato dall'assemblea con oltre il 70% del capitale, come hanno riferito fonti finanziarie.
Tra i rilievi principali delle due Fondazioni la valorizzazione del Fondo Spef, iscritto in bilancio per 25 milioni, giudicata "sovrastimata e poco prudente", e le difficoltà di realizzo della quota in Banca Profilo. Contestata anche l'assenza di un bilancio consolidato e il rischio di una minusvalenza latente di 7,8 milioni legata a un contenzioso erariale da 43,5 milioni. Quanto a Tinaba, la partecipazione è iscritta per 10,5 milioni, ma secondo i due soci andrebbe svalutata per oltre 9,2 milioni.
Nella relazione di Deloitte, revisore di Sator spa, si sottolinea la corretta rappresentazione in base al
presupposto della continuità aziendale. Contestato, invece, dai due enti considerato che Sator ha chiuso il 2024 con una perdita di 700mila euro, in linea con il rosso di 600mila del 2023. L'ultimo dividendo risale al 2020.