Economia

Savona: nessun ritardo sulle vendite allo scoperto

Il presidente della Consob respinge le accuse sulle decisioni nei giorni del Covid: "Infondate"

Savona: nessun ritardo sulle vendite allo scoperto

«La Consob non ha registrato ritardi od omissioni nella sua azione ai sensi dei poteri che la legge le attribuisce. Ho più volte indicato al Parlamento la necessità di meglio definire norme per far coincidere responsabilità e poteri decisionali». Il presidente della Consob, Paolo Savona, risponde così alle critiche che gli sono state rivolte, anche recentemente, a proposito dei presunto ritardo nella sospensione delle vendite allo scoperto e sul rifiuto di chiudere Piazza Affari durante i primi giorni della crisi da Covid.

Nel corso di un'audizione alla Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Savona ha poi ribadito che «la maggior parte dei 23 provvedimenti presi da Consob a seguito della pandemia, allo scopo di tenere sotto controllo le possibili scalate, si è affiancata alle decisioni prese dal governo con il golden power». «Infondato» quindi il giudizio espresso da un senatore sul fatto che Consob non abbia tenuto conto della contendibilità delle aziende quotate, Infondato anche che «l'Autorità di Borsa non abbia chiaro un quadro delle situazioni di azionariato instabile e in evoluzione».

Durante la Pandemia, non c'è stato «nessun episodio di improprie scalate durante la pandemia», ha sostenuto l'economista. «La maggior parte dei provvedimenti presi da Consob dallo scoppio della pandemia - ha aggiunto - sono stati presi allo scopo di tenere sotto controllo le possibili scalate. La Consob segue ogni azione di questo tipo, ed interviene per evitare che avvengano improprie scalate».

A proposito dello short selling, Savona aveva già avuto modo di sottolineare come la risposta di Consob sia arrivata in 24 ore. Ieri ha anche sostenuto che non tutte i ribassi siano da imputare a speculazioni. «Non esiste evidenza che le vendite allo scoperto siano la forza trainante delle altre operazioni di Borsa. Nella vicenda legata alla pandemia esistono condizioni oggettive, come la caduta dell'attività produttiva, che influiscono sulle vendite al ribasso non catalogabili come speculazione almeno nei consueti termini negativi».

Il presidente ha anche tenuto a sottolineare che non esistono dissensi nelle materie affrontate con il ministero dell'Economia. «Il rapporto con il Mef» e l'interlocuzione con il ministro « è costante.

Delle decisioni prese per fronteggiare gli effetti della pandemia abbiamo sempre informato il ministero».

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