Scajola sigla l’intesa con gli Usa e apre la strada per le centrali a una cordata italoamericana

WashingtonDal nucleare all’energia rinnovabile, fino al made in Italy, moda e settore auto compresi. È una missione a tutto campo quella iniziata lunedì scorso dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, per rilanciare le eccellenze italiane negli Stati Uniti - «Un partner politico strategico e un mercato di sbocco prioritario», ha detto - ma anche per rafforzare le alleanze scientifiche, tecnologiche e industriali tra i due Paesi. Lunedì Scajola aveva incontrato a New York gli imprenditori aprendo la riunione dei direttori degli uffici Ice dell’area Nafta, convocata dal presidente Umberto Vattani e dal direttore generale, Massimo Mamberti. Ieri pomeriggio l’atteso incontro con il segretario di Stato americano all'energia, Steven Chu (premio Nobel per la fisica), al termine del quale è stato firmato un accordo sulla cooperazione nucleare, con l’obiettivo di «istituire un quadro per la collaborazione fra le parti sulla ricerca e lo sviluppo».
Il memorandum sottolinea che le attività di cooperazione riguardano esclusivamente gli impieghi pacifici dell’energia nucleare: in particolare, la progettazione di reattori di nuova generazione, la ricerca sul nucleare di base e le tecnologie per il trattamento dei rifiuti, per lo stoccaggio e il deposito finale. Italia e Stati Uniti prevedono anche lo scambio di scienziati e soprattutto di informazioni, materiali e attrezzature. Sarà costituito un comitato di sorveglianza bilaterale, che si riunirà ogni anno alternativamente nei due Paesi. Tutto questo porterà probabilmente a una cordata italoamericana per la costruzione delle centrali nucleari in Italia. «Gli accordi - ha detto Scajola - sono sulle tecnologie, ma anche sulla cooperazione industriale, in Italia ma anche negli altri Paesi». «General Electric e Westinghouse - ha detto il segretario Chu - potranno partecipare a gare di appalto in Italia, un Paese amico che si pone obiettivi molto ambiziosi».
Scajola ha poi ricordato il ricorso presentato alla Corte Costituzionale da alcune regioni contro la «Legge Sviluppo», che consente al governo di decidere dove collocare i nuovi impianti nucleari nel caso in cui non si raggiunga un’intesa con gli enti territoriali. «Auspico che la magistratura non voglia bloccare lo sviluppo del Paese, sarebbe gravissimo.

Non intendiamo tornare al nucleare costruendo centrali contro qualcuno». Scajola ha quindi ribadito gli obiettivi del governo sulla tabella di marcia: posa della prima pietra del primo reattore nucleare entro la fine della legislatura nel 2013, primo chilovattora prodotto per il 2018-2019.

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