Rodolfo Parietti
Negli ultimi tempi, Wolfgang Schaeuble sembra aver abbassato le armi. Sembrano infatti una vecchia cartolina i rimproveri severi alla politica monetaria della Bce, quando Mario Draghi, col suo quantitative easing, era considerato la benzina che alimentava i rigurgiti della destra nazionalista. L'altro giorno, il ministro tedesco delle Finanze, si è perfino schierato col presidente della Bce, mostrandosi in disaccordo contro il ricorso presentato dalla Corte costituzionale di Karlshrue a quella di giustizia europea con l'obiettivo di fermare il Qe. Tanta vicinanza a Draghi, soprattutto in un periodo pre-elettorale, è talmente insolita da apparire un tantino sospetta. Schaeuble, infatti, ha già lo sguardo proiettato oltre le misure non convenzionali dell'Eurotower, e in un'intervista ad Handelsblatt sembra mostrare una certa insofferenza verso chi vuole ricondurre i problemi dell'eurozona al dualismo tra Draghi e il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, la figura più accreditata a prendere il posto del banchiere italiano quando, il 31 ottobre 2019, scadrà il suo mandato. «Il problema non è Draghi o Weidmann, sono entrambe persone eccellenti», spiega il braccio destro di Angela Merkel.
Già. Anche se la Germania guiderà fra poco più di due anni la banca centrale di Francoforte, prima di allora bisogna cominciare a gettare le basi per creare un ministro unico delle Finanze dell'eurozona, così da mettere in riga chi sgarra sui bilanci nazionali. «Alla lunga non va bene se chi spinge per il rispetto delle regole viene visto come un cane ostinato. Questo - spiega il ministro nell'intervista - è adesso il mio ruolo in Europa. Va bene, ma se vogliamo mantenere l'unione monetaria abbiamo bisogno di un'istituzione che si preoccupi del fatto che quanto è stato concordato venga mantenuto e realizzato».
È, peraltro, il progetto a cui il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, sta già lavorando. E che prevede, tra l'altro, di abolire il criterio di rotazione fin qui usato per la nomina del presidente dell'Eurogruppo. Ma per rendere realtà i desiderata di Schaeuble e Juncker occorrerà una modifica dei Trattati. Per i quali è necessaria l'unanimità. Uno scoglio non da poco. Per questo, Berlino ha già un piano B: trasformare l'Esm, il fondo salva-Stati, nell'Fmi europeo, e affidargli maggiori poteri rispetto alla Commissione di Bruxelles in tema di vigilanza dei conti pubblici.
È comunque probabile che anche Schaeuble sarà concentrato la prossima settima sul
simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole. Draghi non dovrebbe però parlare di tapering, visto che la Bce ha deciso di rimandare in autunno la discussione sulle possibili correzioni di rotta della politica monetaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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