Economia

È scontro Prada-Armani sulla Camera della moda

Ieri a Milano, a due giorni dal debutto del nuovo consiglio della Camera nazionale della moda italiana (Cnmi), c'è stato il primo temporale. Si è appreso infatti che il prossimo 15 giugno, alla vigilia delle sfilate della London Collections: Men, i Dolce&Gabbana celebreranno l'apertura del loro flagship store di Londra con la sfilata della collezione «Sartoria Uomo» per l'estate 2014. Bum. Alcuni fanno notare come l'evento dei D&G fosse da tempo in predicato, ma è difficile non collegarlo a un botta e risposta con Patrizio Bertelli, presidente del gruppo Prada e vicepresidente nel nuovo consiglio direttivo della Cnmi, che degli stilisti non associati - leggi Giorgio Armani e Dolce&Gabbana - diceva: «Non troviamo corretta la posizione di chi non è iscritto ma viene inserito in calendario. La Camera è una libera associazione quindi ognuno fa ciò che crede», ma l'esclusione dal calendario sarebbe una logica conseguenza. La reazione di Armani non si è fatta attendere e come si legge in una sua dichiarazione detta condizioni per il suo rientro facendo notare che finora si è sempre sacrificato sfilando l'ultimo giorno. «Se vogliamo che Milano torni ad assumere il ruolo di protagonista, occorre che le grandi griffe che ora presentano le proprie collezioni all'estero, ritornino a far parte del sistema moda italiano», dice re Giorgio chiedendo che i nomi più significativi del settore mantengano o recuperino, come unica occasione di presentazione delle linee, la Milano Fashion Week. Una condizione che chiama in causa diverse case, a partire da Prada che fa sfilare la linea Miu Miu a Parigi. «Se maison importanti come Gucci e Fendi, di proprietà di gruppi francesi, mantengono le loro sfilate a Milano, è un controsenso che, in una fase di rilancio della nostra Camera, non facciano altrettanto tutti i brand italiani», incalza il designer. «Apprezzo le parole di Armani e condivido gli obiettivi che fanno presagire un suo rientro. Sarà un bel momento», ribatte Mario Boselli che giorni fa sottolineava come gli inglesi contino su un budget di oltre 8 milioni di sterline all'anno, più del doppio di quello milanese per il 2014, dopo la definizione delle nuove quote di iscrizione. In proporzione al fatturato, si va da un minimo di 5mila euro a un massimo di 250mila per un totale di oltre 4 milioni.

Il nuovo comitato di presidenza, oltre a Bertelli, vede Gildo Zegna, Diego Della Valle e Angela Missoni come vicepresidenti.

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