Economia

La scure Consob fa sbandare in Borsa i fondi comuni

Richiamo sulle «commissioni di performance» del risparmio gestito: «L'interesse dei clienti venga prima di tutto»

Il faro Consob sugli intermediari che collocano in Italia fondi con domicilio all'estero manda fuori strada i titoli del risparmio gestito.

Protagonisti in negativo della seduta di ieri a Piazza Affari sono stati infatti Azimut che ha lasciato sul terreno il 7,42%, Mediolanum (-7,81%), Banca Generali (-8,12%) e FinecoBank che ha chiuso in calo del 2,31 per cento. Tutti comunque con volumi trascurabili in un mercato fiacco, così come va ricordato che da inizio anno i primi tre titoli hanno segnato un rialzo compreso tra il 30 e il 50 per cento.

Ma cosa ha scosso le contrattazioni? Lunedì la Consob ha emesso un comunicato sulla base della normativa Mifid (la direttiva Ue che disciplina la prestazione dei servizi di investimento) nel quale viene richiamata l'attenzione sulla distribuzione alla clientela retail, chiedendo di «anteporre l'interesse del cliente a quello degli intermediari». L'allerta riguarda soprattutto gli intermediari distributori di fondi esteri ed estero-vestiti, che rappresentano il 70% circa del patrimonio dei fondi collocati in Italia. E secondo la Commissione presieduta da Giuseppe Vegas, la selezione di questi prodotti da offrire o consigliare alla clientela «non può fondarsi su valutazioni di mero vantaggio economico per l'intermediario, ma deve essere rivolta prioritariamente a soddisfare gli interessi dei clienti serviti».

La comunicazione ha creato scompiglio fra gli operatori anche se in realtà l'iniziativa non introduce nuove regole ma intende richiamare gli intermediari al pieno rispetto delle norme Mifid già in vigore. La Commissione ha però ritenuto di intervenire, «posto che in ambito comunitario permangono aree di disomogeneità nei diversi Stati sul tema dei costi gravanti sui prodotti della gestione collettiva e, in particolare, sul profilo delle commissioni di incentivo (le cosiddette performance fee )». Se per i prodotti di diritto italiano l'ordinamento nazionale prescrive condizioni stringenti per l'applicazione di questa categoria di commissioni, ciò non accade in tutti gli stati membri.

Ad alimentare le vendite ha contribuito un report diffuso da Citigroup: secondo le stime degli analisti, tra le azioni del risparmio gestito coperte FinecoBank non ha alcuna esposizione alle performance fee , Banca Generali circa il 30% dell'utile netto, Mediolanum di circa 45% e Azimut di circa il 60-65%». Comunque, a detta degli analisti, le società potrebbero avere la capacità di compensare «parzialmente potenziali esiti normativi avversi».

Intanto, i leader di settore del risparmio gestito non sono preoccupati. «Si tratta di un falso problema, nel senso che Consob ha solo ricordato agli operatori qualcosa che sapevano già.

E questo messaggio è stato interpretato sul mercato come un richiamo nuovo, quindi mi sentirei di commentare con una battuta: molto rumore per nulla», ha detto Massimo Doris, l'amministratore delegato di Banca Mediolanum.

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