Dalla Legge di Bilancio nessun sostegno al settore automotive, nonostante sino a un mese fa fosse allo studio un piano triennale di incentivi per circa 3 miliardi in grado di dare una scossa al rinnovamento del parco circolante, favorendo le vendite di veicoli elettrificati e con motori Euro 6 di ultima generazione. Ecco, invece, la doccia fredda, per altro nell'aria già da alcune settimane. Dura la reazione di Unrae, che raggruppa la maggior parte dei marchi esteri che operano in Italia: «C'è sconcerto, sono rimasti infatti completamente disattesi i più recenti annunci della politica sull'importanza della transizione ecologica e sul ruolo del settore automotive; un'assenza di strategia, o forse proprio una strategia, che farà inevitabilmente ricadere i costi sociali ed economici della transizione esclusivamente su consumatori, lavoratori e imprese, e che rischia di relegare l'Italia a una sorta di mercato di serie B - in Europa - per diffusione di nuove tecnologie e per anzianità e obsolescenza del parco circolante». Anche Anfia (filiera italiana) insieme al Gruppo componentisti, Federauto (concessionari) e Motus-E (settore elettrico) nei giorni scorsi avevano pressato il Governo affinché mantenesse gli impegni.
Da parte sua, Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, nel rammaricarsi sulla mancanza di incentivi per l'automotive, «che pure come Mise avevamo chiesto con forza proprio in virtù della fase delicata e difficile che sta vivendo il settore, stretto tra transizione e conseguenze della pandemia», apre a una ripresa sul tema: «Ci riproponiamo di affrontare prestissimo la questione all'interno del governo».
C'è poi l'iniziativa di Gianluca Benamati, capogruppo Pd in Commissione Attività Produttive della Camera, che insieme a Claudia Porchietto (Forza Italia), sta dando vita a un intergruppo parlamentare dedicato proprio ai temi automotive.
Lo stesso Benamati ha visto poi accogliere dal governo l'ordine del giorno che impegna Palazzo Chigi «a misure di sostegno per la filiera automotive finalizzate al superamento dell'attuale fase di crisi e al rifinanziamento degli incentivi all'acquisto di veicoli elettrici e a basse emissioni di CO2». In Italia, le vendite di auto nel 2021 sono attese sotto quota 1,5 milioni. Le cause: crisi dei chip, pandemia, incentivi a singhiozzo e assenza di misure efficaci di accompagnamento verso la mobilità elettrica.
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