La sfida tra i due piani per Telecom

È partito il conto alla rovescia per il cda di Telecom Italia che domani esaminerà, oltre ai conti dei primi nove mesi, anche il nuovo progetto industriale dell'ad Marco Patuano. La novità più interessante però è la presentazione che oggi a Londra farà Marco Fossati, che tramite la sua Findim ha il 5% della società telefonica, agli analisti finanziari. Assistito da Goldman Sachs e da Mc Kinsey per il lato industriale, il numero uno di Findim si prepara a rilanciare con un occhio in particolare alla governance e alla competitività di Telecom sul mercato italiano. Infatti se il piano di Patuano dovrebbe puntare su alcune dismissioni mirate di asset come le torri di trasmissione e le attività in Argentina, quello di Fossati punterebbe invece sullo scorporo della rete (avversata da Telefonica) e sull'entrata di Cdp.
Con questa mossa si fa sempre più ampio il divario di vedute tra Fossati e l'attuale consiglio di amministrazione di Telecom. Il finanziere milanese aveva provato più volte a suggerire strategie al management, ma non è mai stato ascoltato. Con la cessione da parte delle quote di Telco a Telefonica da parte dei soci italiani (Generali, Mediobanca e Intesa) l'opposizione di Fossati si è fatta più netta. Tanto che il cda in programma domani dovrebbe, tra l'altro, convocare l'assemblea richiesta da Fossati per revocare il board. Per avere successo però la battaglia ha bisogno di voti e, dato che oltre il 30% del capitale di Telecom è in mano a fondi e investitori istituzionali, Fossati spera di convogliarli nel suo progetto. L'incontro di oggi a Londra dovrebbe dunque servire a presentare le sue idee di investitore insoddisfatto chiedendo l'appoggio per cambiare le cose. Dalla parte di Fossati ci sono anche i piccoli azionisti di Asati nettamente contrari all vendita delle torri di trasmissione «che dovrebbero essere riaffittati alla società, e alla vendita dell'Argentina. Secondo indiscrezioni il direttore finanziario Peluso sarebbe volato a New York per incaricare Goldman Sachs e accelerare sui tempi della cessione. Ma il prezzo circolato, 600 milioni di euro, sarebbe troppo basso per un'azienda sana, in crescita e senza debito. Telefonica comunque ieri ha fatto cassa vendendo la sua controllata in Cecoslovacchia per 2,6 miliardi: potrebbe così avere i fondi per far fronte a un contenuto aumento di capitale in Telecom, come promesso al premier Letta in cambio di uno stop alla legge sull'Opa. Intanto Telecom Italia Medi ha presentato i conti sui nove mesi pesantemente influenzati dalla vendita di La7 a Cairo.

Le perdite sono arrivate a 128,1 milioni, rispetto ai 53,8 milioni del 2012. L'impatto negativo per la cessione di La7 è stato di 125,1 milioni, quello per Mtv di 8,4 milioni. In lieve aumento i ricavi (+0,2 milioni) a 56,5 milioni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica