RomaA mercati chiusi, ma secondo le modalità che erano già note. Sarà la Cassa depositi e prestiti il socio forte della Spa che controlla la distribuzione del gas in Italia, 31.700 chilometri di metanodotti. Ieri nel tardo pomeriggio Palazzo Chigi ha dato il via libera alla separazione proprietaria di Snam da Eni. Il consiglio dei ministri, che era iniziato in mattinata e poi era stato sospeso ufficialmente per impegni del premier Mario Monti, si è riunito di nuovo in serata per dare il via libera al decreto del presidente del Consiglio dei ministri che fissa i criteri per la cessione. «Eni - spiega il Dpcm - dovrà cedere a Cassa depositi e prestiti una quota non inferiore al 25,1%». Eni, come era previsto dal decreto Cresci Italia, dovrà cedere le quote di Snam «nei tempi più brevi», perdendo il controllo della società della rete entro il termine di 18 mesi «compatibilmente con il mercato».
Il controllo passa quindi alla Cassa, società per azioni che è per il 70% del ministero dellEconomia, come era stato annunciato giorni fa dallamministratore Giovanni Gorno Tempini. Tagliata fuori Terna, spa che controlla la rete elettrica, guidata da Flavio Cattaneo.
Il decreto stabilisce che a decidere le modalità della cessione siano i consigli di amministrazione delle due società. Il gruppo del Cane a sei zampe e la Cdp, pochi minuti dopo il via libera, hanno annunciato che il 30 maggio riuniranno in contemporanea i Cda.
Eni passa così dal 50,03% a poco più di un quarto del capitale Snam. Ma anche la quota residua dovrà poi finire sul mercato. Il decreto prevede che avvenga «attraverso procedure di vendita trasparenti e non discriminatorie tra il pubblico dei risparmiatori e/o degli investitori istituzionali».
La decisione secondo lamministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, non danneggerà il gruppo. «Ci adegueremo, con un po di melanconia. Le condizioni delloperazione sono buone e in ogni caso ricentreremo lEni su altre attività, e da questa cessione lazienda anziché indebolirsi si rafforzerà. », ha assicurato ieri sera intervenendo ad un convegno allUniversità di Padova.
Tiepido il neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi. «Sono un po sorpreso. Mi auguro che al di là di questo la Cdp metta tutto il suo impegno per aiutare le imprese».
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