Snam, entro l'estate l'acquisizione di Tigf

Snam (+0,5% a 3,63 euro) apre le danze dei rinnovi dei cda di primavera. La Cassa depositieprestiti (azionista di riferimento al 30% del capitale, mentre a Eni fa capo il 20%) ha depositato ieri la propria lista di candidati in vista dell'assemblea del 25 e 26 marzo e ha confermato Lorenzo Bini Smaghi come presidente, Carlo Malacarne (attuale ad), Roberta Melfa e Andrea Novelli. Tra le new entry, i due indipendenti, Alberto Clò e Pia Saraceno. Per il rinnovo del collegio sindacale sono stati proposti Leo Amato, Stefania Chiaruttini e Maria Gimigliano.
Il gruppo ha comunicato di aver chiuso il 2012 in crescita nonostante uno scenario complesso (-3% dei volumi trasportati) e ha annunciato di voler completare entro l'estate l'acquisizione di Tigf, divisione di trasporto e stoccaggio di gas di Total. La società francese a inizio febbraio aveva selezionato, per la trattativa in esclusiva, il consorzio guidato da Snam (e formato anche da Gig e Edf) che valuta Tigf 2,4 miliardi. Malacarne ha comunque assicurato che non occorreranno iniezioni di capitale. Snam non teme neppure ripercussioni sul rating per l'acquisizione di Tigf. «Moody's ha detto di non vedere questo rischio legato alla transazione», ha ricordato il direttore finanziario Antonio Paccioretti.
Quanto ai numeri, Snam ha registrato nel 2012 ricavi per 3,6 miliardi (+11,6%), un utile operativo di 2,11 miliardi (+7,8%) e un utile netto rettificato di 992 milioni (+1,4%). Il debito finanziario netto ammontava a 12,3 miliardi. Su queste basi il cda ha proposto una cedola di 0,25 euro per azione (da 0,24) di cui 0,1 già distribuiti come acconto a ottobre.
Per quel che poi riguarda il prossimo futuro, la società prevede una domanda di gas naturale sul mercato italiano ai livelli del 2012, «la realizzazione di nuove importanti infrastrutture gas in Italia e la valutazione di opportunità strategiche in Europa». Maggiori dettagli arriveranno dalla «Strategy presentation» del 13 marzo.
Sul mercato rimane alta la tensione sull'altra partecipata da Eni: Saipem (in cui il Cane a sei zampe ha il 42%).

Eni ha replicato ieri al fondo Knight Vinke (vicino all'1% del capitale) che chiedeva lo scorporo immediato di Saipem. Sull'argomento un portavoce di Eni ha spiegato che, così come per tutte le altre partecipazioni, il gruppo valuta «costantemente la struttura ideale del profilo di business».

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