di Marcello Zacché
Il cda Sole 24 Ore ha ieri dovuto confermare la fiducia al direttore del quotidiano Roberto Napoletano. La delibera è stata presa in una riunione straordinaria dopo che l'assemblea dei giornalisti del Sole aveva votato a larga maggioranza la sfiducia al direttore, con il 74% dei voti contro il 22%: su 203 votanti (225 gli aventi diritto) hanno votato la fiducia in 45, l'hanno negata in 151. A ruota, la stessa decisione del cda è stata presa anche da Confindustria, azionista di controllo, che in serata ha comunicato di avere rinnovato la fiducia al direttore.
Per il gruppo Sole la figura del direttore, e di Napoletano in particolare (nominato nel marzo 2011), rappresenta un soggetto apicale per le strategie e la gestione dell'azienda, vicina come peso specifico a quella del presidente e dell'ad del gruppo. Non a caso, nel tempo, Napoletano ha cumulato anche le cariche di direttore editoriale e di direttore sia dell'agenzia Radiocor sia di Radio 24, situazione senza precedenti. Per questo i fatti di ieri assumono molta importanza nella vicenda della crisi del gruppo, arrivato vicino al dissesto finanziario e ora in attesa di un aumento di capitale.
Infatti, con la sfiducia, la redazione ha inteso considerare Napoletano tra i responsabili di alcune delle dinamiche più controverse dei bilanci del gruppo, messi in discussione dal nuovo ad Gabriele Del Torchio. Con particolare riferimento alla reale dimensione e redditività delle copie e delle banche dati vendute. Il punto è che sta emergendo che la società, che è quotata in Borsa e si occupa tra l'altro di informazione economica e finanziaria, ha dato una rappresentazione non veritiera della sua situazione complessiva. Preferendo minimizzare i problemi in attesa di una futura inversione di tendenza del mercato. In quattro anni, è stato rivelato al cdr dai manager del Sole, il solo quotidiano ha perso 100 milioni, 10 nell'ultimo semestre.
Tale messaggio non poteva però essere avallato dall'azionista, che infatti ha rinnovato la fiducia al direttore. Come peraltro avvenuto anche nel 2011 con Gianni Riotta, licenziato però qualche settimana dopo. Ma questa volta Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, è andato oltre: nel condividere la delibera del cda, si è auspicato che «in questa fase delicata si recuperi quel clima di armonia e serenità necessario per affrontare sfide difficili».
La situazione sembra però più lacerata che mai, con un cda che ha deliberato pur essendo in decadenza (6 consiglieri su 11 si sono dimessi, assemblea per il rinnovo convocata il 14 novembre), con un presidente pro tempore e con Del Torchio ancora assente per motivi di salute; un presidente di Confindustria che prova a tenere insieme i cocci di una redazione in rotta di collisione e che è atteso domani a Milano per un incontro, insieme al suo direttore generale Marcella Panucci, con il cdr del Sole; e con i vari esposti presentati alla Consob e ai pm di Milano.
In questo clima, sempre domani, si terrà il primo incontro con le cinque banche, guidate da Intesa, che detengono il credito di 50 milioni su cui è stato chiesto di rinegoziare scadenze e covenants.
Ed è su questo punto che si vedranno le novità, essendo le banche - a quanto si apprende - decise a sostenere il lavoro di Del Torchio fino in fondo, e a vincolare alle sue «mani libere» ogni possibile futuro intervento creditizio o di capitale a favore del Sole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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