Spagna e Portogallo ​a rischio contagio greco

I leader dei due paesi periferici dell'Ue in uscita dalla crisi dopo quattro anni di "lacrime e sangue" ufficialmente ostentano fiducia, nonostante il rosso registrato da borse, trascinate al ribasso dalle banche, e spread

Pablo Iglesias, leader di Podemos
Pablo Iglesias, leader di Podemos

Spagna e Portogallo a rischio contagio greco. I due paesi periferici dell'Unione Europea in uscita dalla crisi dopo quattro anni di "lacrime e sangue" ufficialmente ostentano fiducia, nonostante il rosso registrato da borse, trascinate al ribasso dalle banche, e spread.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha convocato una riunione straordinaria della cellula di crisi economica del governo per verificare la tenuta del paese in caso di effettivo Grexit. Per ora non sono annunciate misure specifiche. "La Spagna e gli spagnoli possono stare tranquilli perché negli ultimi anni con i loro sforzi hanno fatto le riforme", ha detto il premier. Il ministro dell'economia Luis de Guindos, candidato alla successione dell'olandese Jeroen Dijsselbloem alla presidenza dell'Eurogruppo, ha aggiunto che la Spagna "è blindata". Il paese "cresce il doppio della zona euro, non è mai stato meglio preparato". La situazione sarebbe stata"completamente diversa nel 2011".

Per il presidente portoghese Hanibal Cavaco Silva qualche rischio di contagio c'è, ma"per tutta la zona euro, non solo per il Portogallo". Cavaco però ha aggiunto che "l'euro non si romperà" e "l'eurozona sopravviverà con la stessa forza che ha avuto in passato": "spero che la Grecia non esca dall'euro ma se esce restano 18 Paesi".

Dietro le dichiarazioni rassicuranti dei leader politici, gli esperti vedono una situazione al momento imprevedibile.

Filipe Silva, direttore gestione attivi del Banco Carregosa, ha detto al quotidiano di Lisbona Publico che"fino al referendum di domenica e anche qualche giorno dopo, l'incertezza è tale che è come giocare alla lotteria". "Tutto può succedere, e non si può anticipare come evolverà il mercato del debito. Se vincerà il no, i movimenti contestatari degli altri paesi avranno più forza nella loro lotta anti-troika. Se vicerà il si, cadrà il governo greco".

Il contagio, prevede El Mundo, "sembra sicuro, ma non ai livelli del 2012". In Spagna il partito post-indignado Podemos, vicino a Syriza, si è scagliato con forza con il segretario Pablo Iglesias contro"l'operazione mafiosa di terrorismo finanziario" attuata dalla troika contro "un governo che ha dimostrato di essere pienamente disponibile ad un accordo". L'ideologo del partito anti-casta Juan Carlos Monedero ha paragonato la crisi greca con"la situazione che l'Europa ha vissuto nel 1939 con l'invasione tedesca della Polonia". Per Monedero i paesi del Sud, Italia, Spagna, Portogallo o Francia, devono essere"consapevoli che la sorte della Grecia è la sorte di tutti noi".

Il campo conservatore, in vista anche della battaglia delle politiche di novembre, che Podemos spera di vincere, si scaglia invece contro Alexis Tsipras definito in un editoriale da El Mundo "un irresponsabile che spinge la Grecia a uscire dall'euro".

L'esposizione della Spagna, pubblica e delle banche, verso il debito greco, è di circa 26 miliardi di euro.

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