Il governo è stato battuto sulla proroga delle concessioni demaniali in commissione Industria al Senato. La prima versione dell'emendamento al decreto legge sviluppo prevedeva uno slittamento delle concessioni fino al 2045. La proposta, però, aveva suscitato molte critiche e il parere contrario del governo. Nella versione approvata dalla
commissione (cinque anni di proroga), è rimasto il parere contrario del governo.
Era uno dei nodi più controversi da sciogliere sul decreto sviluppo. La commissione Bilancio del Senato non voleva saperne di prorogarle per 30 anni - come richiesto dalle associazioni di categoria e da un emendamento Pdl-Pd in commissione Industria - e aveva proposto "solo" cinque anni di proroga. La Commissione europea preme per la piena applicazione di quanto stabilito dalla direttiva Bolkestein, che estende la libera concorrenza anche ai servizi balneari. Il braccio di ferro tra governo e parlamento è estremamente delicato, perché riguarda non solo aspetti economici (e pressioni) importanti, ma soprattutto i rapporti con l'Ue.
La proroga di 30 anni "sarebbe incompatibile con le norme europee", aveva detto il portavoce della commissario Ue al mercato interno, Stefaan De Rynck: "Le concessioni delle spiagge dovrebbero essere garantite per un periodo di tempo appropriato e limitato e non possono essere consentiti rinnovi automatici né altri vantaggi ai concessionari la
cui autorizzazione sia appena scaduta".
"Mi batterò in prima persona perché si possa arrivare ai 30 anni di proroga", ha detto il senatore Pdl, Francesco Casoli.
"La Spagna sta già lottando in Europa su questo tema e mi sembrerebbe assurdo chinare ancora una volta la testa nei confronti di un’Europa che va nella direzione della Germania e della Francia. È necessario che il governo mostri la schiena dritta verso questa Europa che ha chiesto e chiede molto impegno e tanti sacrifici".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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