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La batosta in bolletta: come "leggere" gli aumenti

Soffermarsi solo sulla cifra finale da pagare non aiuta a districarsi nella jungla delle offerte degli operatori attivi sul mercato

La batosta in bolletta: come "leggere" gli aumenti

Con l’arrivo del nuovo anno è attesa la stangata sulle bollette dell’energia elettrica e del gas. Da tempo, come anticipato da ilgiornale.it, sono stati quantificati anche gli incrementi che si registreranno nel primo trimestre del 2022 (55% per la luce e 41,8% per il gas). Per le famiglie italiane il salasso non sarà indolore, nonostante i provvedimenti adottati dal governo Draghi (in particolare la riduzione dell’Iva sul gas al 5%), i quali hanno consentito di arginare gli aumenti che avrebbero reso impossibile la vita ai contribuenti. Ma cosa c’è indicato nelle bollette che arrivano nelle case degli italiani? Come si possono leggere i dati scritti in maniera copiosa sulle cartelle?

Differenza tra costi fissi e variabili

Nelle bollette sono indicati sia i costi fissi, ossia quelle voci che fanno riferimento a tasse da pagare indipendentemente dal consumo di energia elettrica e di gas, sia i costi variabili, legati invece proprio ai consumi. È di fondamentale importanza saper leggere una bolletta, poiché conoscendo la differenza tra tariffe fisse e variabili si è in grado di mettere in pratica le strategie giuste per risparmiare e si ha maggiore consapevolezza nella scelta degli operatori presenti sul mercato con cui stipulare un contratto di fornitura. Leggere solo la cifra finale da pagare non aiuta a districarsi nella jungla delle offerte, ecco perché è indispensabile decifrare le bollette nella loro interezza.

Come leggere le bollette

Abbiamo già spiegato che per quota fissa si intendono quei costi non legati ai consumi. Si tratta, in particolare, delle spese di trasposto, di gestione del contatore, di oneri di sistema e di altre imposte. La quota variabile, invece, è il consumo di materia prima: energia elettrica o gas. Ma entriamo nel dettaglio della bolletta. Nella parte alta viene indicata la posizione del cliente che può appartenere al mercato libero o di maggior tutela. Poi ci sono i dati anagrafici del contribuente e la potenza del contatore (quando si tratta di bollette della luce). Gli importi da pagare sono sempre fissati nella parte alta del documento. Scendendo verso il basso, c’è la parte più complicata da leggere, quella delle varie cifre che, sommate, daranno il prezzo finale da versare all’operatore. Solitamente, i costi relativi ai consumi corrispondono al 40% della somma complessiva, l’altro 60% sono le tariffe fisse.

Nel caso delle bollette della luce ai costi fissi descritti in precedenza va aggiunto il canone Rai (90 euro in cinque rate da 18 euro).

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