Economia

Stranieri in fuga dai Btp Nel 2011 disinvestiti quasi 59 miliardi di euro

In base ai numeri di Bankitalia, in un anno di crisi gli investitori stranieri hanno disinvestito quasi 59 miliardi di euro di titoli di Stato. E l'allarme non è ancora rientrato

Stranieri in fuga dai Btp Nel 2011 disinvestiti quasi 59 miliardi di euro

Anche in questi giorni il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi torna a impensierire. Le nuove turbolenze su Piazza Affari hanno, infatti, riportato lo spread a livelli preoccupanti: venerdì scorso, alla chiusura del listino milanese si è tornati intorno a quota 320 punti base. Secondo uno studio dell'Adusbef che fotografa la situazione fino a novembre dello scorso anno (in base agli ultimi dati in possesso), in un anno di crisi economica gli investitori stranieri hanno disinvestito oltre 58 miliardi di euro di titoli di Stato italiani. La quota è così calata dal 51,97 al 46,87%.

Analizzando i dati forniti dalla Banca d'Italia, l'Adusbef ha fatto notare che "la tensione sui titoli di Stato italiani si è affievolita dal picco del 6,49% dei rendimenti medi dei titoli di Stato di novembre al 3,23% di febbraio". I rendimenti, che partono dal 3,03% medio registrato nel giugno scorso, disegnano una parabola che che passa al 3,83% a luglio, al 3,73% ad agosto, al 4,25% a settembre e al 4,54% ad ottobre. Balza al 6,48% di novembre e al 5,85% di dicembre per poi calare al 4,21% di gennaio e al 3,23% di febbraio. Lo studio dell'Adusbef fotografa uno stock di titoli di Stato a quota 1.611,6 miliardi di euro a fine novembre, in decisa crescita rispetto ai 1.574,1 dello stesso mese dell’anno precedente.

L’analisi si basa sui dati più aggiornati ora disponibili, ma immortala una situazione al novembre scorso, cioè nel momento di massima difficoltà. Basta pensare che allo spread record del 9 novembre (574 punti sopra il bund tedesco) con rendimenti al 7,47% per i titoli decennali o alla tensioni che per tutto il mese si sono ripercosse anche sui Buoni di durata inferiore (con tasso dell’8% segnato dai Btp a 2 anni il 28 novembre). Proprio a novembre lo stock di debito pubblico italiano detenuto detenuto da investitori stranieri era così calato dai 814,1 miliardi del novembre 2010 (51,97% del totale) a quasi 755,4 miliardi (46,87%). La riduzione di investimento è stata quindi di 58,7 miliardi, in un anno.

I deflussi di investimenti vengono comunque più che compensati dagli acquisti di titoli di Stato fatti da Italiani. I bot people italiani avevano investito 100,2 miliardi in più dell’anno prima, passando dai 756 miliardi del novembre 2010 (pari al 48,03% del totale dei Titoli in circolazione) agli 856,2 dell’anno successivo, salendo così ad una quota del 53,13%. "Vedremo - afferma l’Adusbef - come si aggiusterà la composizione dei detentori dopo le vicende degli ultimi tre mesi e dopo il successo dei Btp Italia, 7,3 miliardi di euro aggiudicati il 23 marzo 2012 al tasso del 2,44% al netto dell’inflazione". La crisi dei debiti pubblici e l’aumento dei rendimenti sul mercato secondario (e quindi degli spread) ha avuto anche altri effetti. Gli investimenti si dirigono soprattutto sui Btp mentre il "portafoglio" vede una calo dei Cct. "Continua la trasformazione - evidenzia l’Adusbef - che privilegia i Btp contro i Cct: trasformare il debito a tasso variabile in debito a tasso fisso".

Negli anni della crisi economica, da ottobre 2007 ad oggi i Cct (tasso variabile) sono scesi del 38,9% mentre i Btp (tasso fisso) che costituiscono il 73% del monte titoli di Stato, sono cresciuti del 12,8%. Ciò ha permesso al Tesoro di mitigare le ripercussioni delle recenti impennate dei tassi che hanno prodotto effetti solo sul 10% dei titoli in circolazione (quota dei Cct) oltre che, evidentemente, sulle nuove emissioni.

Oltre il 70% dei titoli non ha così visto crescere i tassi di remunerazione, tanto che il rendimento medio loro dei titoli di stato nel 2011 si è attestato del 3,61%.

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