Sui conti Exor oltre alla Juve pesa il rosso dei quotidiani

Nei primi sei mesi la controllata Gedi è costata 37 milioni contro 22 milioni nel 2022. E la Borsa si interroga sul club

Sui conti Exor oltre alla Juve pesa il rosso dei quotidiani
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Non tutto brilla nel bilancio di Exor, la holding di casa Agnelli. Se dei problemi della Juventus si è scritto in modo diffuso, meno noto è che arrivano brutte notizie anche da Gedi. Stando alla semestrale di Exor, che ha da tempo lasciato Piazza Affari per traslocare ad Amsterdam, l'effetto dei conti del gruppo editoriale cui fanno capo in particolare Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX, pesa nel consolidato per 37 milioni. Non certo un problema per una holding che guadagna 2,15 miliardi e che ha lanciato un buyback da 1 miliardo, ma pur sempre una spina nel fianco. Anche perché il peso di Gedi, di cui Exor controlla il 90%, si è acuito rispetto all'impatto da 22 milioni di giugno del 2022 e il tutto è avvenuto a fronte di ricavi stabili: 237 milioni nel primo semestre di quest'anno, 238 milioni dodici mesi prima.

Resta quindi da capire se la holding guidata da John Elkann attuerà delle contromisure dopo aver sottolineato, contestualmente all'annuncio del buyback, come il valore attuale di Borsa rappresenti «un'opportunità interessante» per investire nelle società del suo portafoglio. In ogni caso, dopo che il Giornale ha svelato la possibile messa in vendita della Juventus neppure la Gazzetta, malgrado la smentita di Exor, esclude più che l'erede dell'Avvocato possa in prospettiva valutare l'ingresso di un socio di minoranza nella compagine azionaria bianconera. Magari contestualmente a un eventuale aumento di capitale, anche perché Exor (oggi al 63,8%), avrebbe lo spazio per diluirsi. Sempre in base alla semestrale, la Juve ha impattato per 81 milioni sulla holding, contro i 132 di giugno 2022 ma sul mercato è viva l'idea di una perdita cumulata non inferiore a 675 milioni nelle ultime quattro stagioni.

Niente di tutto questo ha fatto capolino ieri nella conference call con gli analisti di Exor, che per il 53,6% fa capo alla cassaforte Giovanni Agnelli BV, e che conta tra le sue partecipazioni più rilevanti Stellantis, Cnh e Ferrari.

Il direttore finanziario Guido de Boer, mentre ad Amsterdam partiva l'Opa parziale sulle azioni della holding, sottolineava come «il maggiore obiettivo finanziario» fosse «continuare a fare crescere il Nav (il valore netto degli attivi ndr) per azione come è accaduto nel primo semestre (+22,8%), quando ha battuto l'indice Msci delle Borse mondiali.

Il manager si è quindi soffermato sui progressi compiuti nell'utilizzo di fondi ottenuti dalla cessione di PartnerRe a Covea e ha rimarcato di avere ancora in cassa circa 2 miliardi da investire. Quindi se si presentassero opportunità nel comparto healthcare «non ci preoccuperebbe il fatto di incrementare ulteriormente l'esposizione al settore» dopo l'ingresso in Philips.

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