L'imperativo era quello di metterci una pezza. Con ancora nelle orecchie il fragore del crollo di martedì a Wall Street (-3%), Stati Uniti e Cina hanno provato ieri a rimettere la questione dei dazi sui binari della narrativa con happy end incorporato. Un racconto paurosamente deragliato un paio di giorni prima, quando le bugie di Donald Trump su un'intesa raggiunta con Pechino anche rimuovere o ridurre anche le tariffe punitive sulle auto Usa erano state smascherate dal suo stesso consigliere, Larry Kudlow, secondo cui «l'accordo non è ancora stato sottoscritto e realizzato». A irritare i mercati era stata anche la confusione su quando sarebbe entrata in vigore la tregua commerciale di 90 giorni e un tweet in cui l'inquilino della Casa Bianca ricordava con tono minaccioso di «essere l'uomo dei dazi». Armistizio raggiunto su cui è arrivata ieri la prima conferma da parte del Dragone. In un comunicato pubblicato sul suo sito, il ministero cinese del Commercio ha definito l'incontro tra i due presidenti «di successo» e si è detto «fiducioso» che gli accordi presi verranno attuati. «Ambo le parti hanno team che saranno coinvolti per i prossimi 90 giorni», si legge nel documento che si conclude con la frase: «La Cina inizierà ad attuare il prima possibile le cose concordate».
Mancano insomma ancora tutti i dettagli, una parte dei quali potrebbe essere resa nota oggi con il ritorno in patria del presidente Xi Jinping. Chiarezza è quanto chiedono i mercati e in particolare la Borsa di New York, chiusa ieri per i funerali di George W. Bush senior. Dalla prossima settimana tutti gli occhi saranno puntati sulla Fed, che quasi sicuramente alzerà i tassi. Nell'ultimo Beige Book sottolinearura sui dazi: «Restano fonte di preoccupazione per i gruppi manifatturieri».
The Donald continua intanto a sfoggiare la sua retorica da tweet: «Non vorrei sembrare ingenuo o altro, ma credo che il presidente Xi abbia inteso ogni parola di ciò che ha detto nel nostro lungo e, si spera,
storico incontro. Tutti i temi discussi!». Secondo Trump, il leader cinese ha fornito la garanzia che saranno puniti con la pena di morte coloro che vendono il Fentanyl, un oppiaceo che negli Usa sta provocando una strage.
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