Camilla Conti
Nel film Groundhog Day, divenuto famoso in Italia con il titolo Ricomincio da capo, Bill Murray interpreta un meteorologo che il 2 febbraio va a Punxsutawney, in Pennsylvania, per seguire il Giorno della marmotta e finisce per rivivere più e più volte quel giorno. Lo stesso loop temporale in cui pare essere finito il Monte dei Paschi, inchiodato fra passato e futuro. Il passato è quello ricostruito anche ieri in Commissione banche dal direttore generale della Consob, Angelo Apponi, che ha dato la versione del Garante di Borsa sulla parabola di Rocca Salimbeni dall'acquisizione di Antonveneta nel 2007. Secondo Apponi, la Bafin - l'autorità di vigilanza tedesca sui mercati finanziari - ha negato alla Consob italiana le informazioni richieste nel 2013 su Santorini, uno dei derivati non correttamente contabilizzati dal Monte e fatto con la Deutsche Bank. Solo dopo le risultanze delle indagini della Procura, Consob riesce ad accertare che le modalità di contabilizzazione di Santorini non erano conformi ai principi contabili.
Dal passato al futuro. Perché entro oggi il Tesoro, che dopo la conversione dei bond salirà al 68% del capitale, deve consegnare le liste per il rinnovo del cda del Monte in vista dell'assemblea del 18 dicembre. Il ministero di Padoan avrà diritto a nominare 10 sui 13 consiglieri del board mentre alle Generali, ora secondo azionista con il 4,3%, potrebbero andare tre posti a meno che non venga presentata anche una lista dei fondi che avrebbero diritto, per il meccanismo del voto di lista, ad un posto in consiglio. Le bocche a Siena restano cucite sia sui nomi delle liste sia sulla conferma del presidente, Alessandro Falciai e dell'ad, Marco Morelli. Alle Generali potrebbero andare tre posti nel board a meno che non venga presentato anche un elenco dai fondi che avrebbero diritto, per il meccanismo del voto di lista, ad un posto in consiglio.
A volersi liberare dei fantasmi del passato è anche Carige che ieri ricevuto il via libera della Consob al prospetto per l'aumento di capitale da 560 milioni di Carige in vista del varo dell'operazione attesa per oggi. In Borsa la seduta si è chiusa con un maxi rimbalzo per i titoli dell'istituto guidato da Paolo Fiorentino: le azioni hanno guadagnato il 53,26% a 14,1 centesimi, sfiorando i valori dello scorso 15 novembre quando non erano ancora noti i dettagli dell'aumento di capitale e prima dello stallo sul consorzio di garanzia. Intensi gli scambi pari al 13% del capitale.
Su 560 milioni di ricapitalizzazione, 300 sarebbero già stati di fatto sottoscritti da soggetti istituzionali e bondholders, cui va aggiunta la disponibilità di Intesa, Generali e Unipol (l'ad Carlo Cimbri ieri ha confermato un possibile interesse a investire nel capitale di Carige) a convertire i bond per una 60 di milioni e quella dell'attuale nocciolo di investitori forti, da Malacalza a Volpi, pronti a rafforzarsi nel capitale mentre il fondo Algebris di Davide Serra entrerà nel capitale con una quota del 2 per cento. Resta da capire come si muoveranno i piccoli azionisti del retail che oggi hanno in mano circa il 50% del capitale. Di certo chi non sottoscrive dovrà mettere in conto una iperdiluizione e le relative perdite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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