Cicli ed economia.
Sembra qualcosa che ci viene dall’economia moderna in realtà la stagionalità delle Borse l’ha inventata l’Ecclesiaste nell’Antico Testamento. Chi fosse in realtà il Qohelet, che significa appunto Ecclesiaste in ebraico antico, non lo sa nessuno. E nemmeno si sa oggi a cosa servisse questo discorso perché appunto a orazione tenuta in pubblico pare voglia riferirsi il nome dell’autore. E’ una lunga enumerazione delle miserie della vita dell’uomo nel suo vano sforzo di afferrare la felicità. Ebbene l’Ecclesiaste scrive: "Vanità delle vanità, dice l'Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità. Che profitto ha l'uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole? Una generazione se ne va, un'altra viene, e la terra sussiste per sempre. Anche il sole sorge, poi tramonta, e si affretta verso il luogo da cui sorgerà di nuovo. Il vento soffia verso il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente, per ricominciare gli stessi giri. Tutti i fiumi corrono al mare, eppure il mare non si riempie; al luogo dove i fiumi si dirigono, continuano a dirigersi sempre. Ogni cosa è in travaglio, più di quanto l'uomo possa dire; l'occhio non si sazia mai di vedere e l'orecchio non è mai stanco di udire. Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c'è nulla di nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: 'Guarda, questo è nuovo?' Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto. Non rimane memoria delle cose d'altri tempi; così di quanto succederà in seguito non rimarrà memoria fra quelli che verranno più tardi".
Ovviamente stiamo scherzando, ma forse non troppo, però che la Borsa sia ciclica è una asserzione che tutti conosciamo ma spesso dimentichiamo. Facciamo l’esempio con la situazione odierna: ebbene proveniamo da un rialzo di Borsa senza precedenti negli ultimi anni e abbiamo tutti guadagnato come dei maialini eppure non ci rendiamo conto come dice il Qohelet che “dopo il bello viene il brutto” e non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Quindi quando verrà il brutto in Borsa ? Molto probabilmente abbiamo ancora qualche mese di manna perché siamo alla vigilia del rally di Natale per cui le probabilità sono a favore di un rialzo dei corsi azionari almeno fino alle fine di gennaio.
Ma dopo ?
Un indicatore ciclico della stagionalità della Borsa è il Sequential di Thomas Demark. Si tratta di un indicatore che a raccontarlo non trovi nessuno subito disposto a crederti poi quando lo vedi in azione … ti spaventi e ti siedi e stai buono ad ascoltare. Se lo testi statisticamente sul passato vedi che ha un fortissimo bias cioè riesce ad identificare effettivamente i punti di inversione del mercato con una precisione impressionante. Sostanzialmente l’indicatore conta 9 barre in cui la chiusura è superiore alla chiusura di 4 giorni (o settimane, o mesi) precedenti e questo è il Set Up. Poi si ha un momento di pausa chiamato Intersection e quindi riparte il conteggio rialzista di 13 barre con chiusura superiore alla chiusura di 4 periodi prima. Finito questo Countdown si ha il segnale, che è di inversione. Sostanzialmente il Sequential (dico io) misura un movimento di mercato fatto da uncino ovvero una prima gamba di rialzo, un piccolo ritracciamento e pausa e una seconda gamba di rialzo. Terminato il conteggio di 13 si ha l’inversione. La realtà è che il Sequential funziona anche con 12 barre rialziste o 11 o 10. Insomma funziona indipendentemente dal numero di barre e quindi non si tratta di numeri magici.
Vediamo un esempio “spettacolare di funzionamento”: nel 2003 il Sequential sul mensile dell’indice MSCI world ha segnato il punto di minimo.
Vediamo oggi la situazione corrente del Sequential sempre sull’indice MSCI World Index. Qui la situazione è complessa e bisogna illustrarla andando oltre quello che c’è scritto sul libro di Demark. Io ho avuto la fortuna di partecipare come docente insieme a Demark al primo seminario tempo denaro reale in Italia nel lontano 1988 e posso quindi darvi qualche consiglio che va al di là della spiegazione ufficiale. Dunque il Sequential è un indicatore ciclico e ti dice quando la Borsa deve cambiare musica. Però ci sono le eccezioni: quando un ciclo finisce e il sottostante per motivi indipendenti dal ciclo (ad esempio il COVID e le politiche fiscali e monetarie espansive) e in maniera improvvisa altera il ciclo un segnale negato come quello che è avvenuto proprio nel giugno scorso in piena pandemia mondiale deve essere preso nel senso opposto. Ovvero se era un segnale di ribasso diventa un segnale di rialzo se i prezzi si portano sopra il livello indicato dal 13. Cosa che è avvenuta giusto il mese dopo.
Conclusioni ?
Siamo in una eccezione della regola e il movimento rialzista dovrebbe essere esplosivo, violento, brusco. Epperò avrà una caratteristica: sarà anche molto breve. Almeno di solito succede così, quindi non siamo di fronte ora ad un segnale di inversione ma il rialzo sarà potente ma breve. Quanto breve non lo sappiamo, sappiamo solo che saranno mesi e non anni. Poi ci sarà l’inversione, quanto lunga e quanto profonda nessuno lo sa.
Sugli indici europei come Ftse All Share e Dax abbiamo un 13 del Sequential scoppiato proprio ora sul time frame mensile. Questo è un segnale un po’ preoccupante che deve essere letto nel contesto generale di rialzo dettato dal Nasdaq 100. L’Europa infatti è rimasta indietro agli USA e probabilmente avremo anche in Europa la negazione del 13 rialzista proprio nel mese di gennaio 2021. Poche le probabilità che questo sia l’inizio della fine perché ripetiamo il segnale negato sul Nasdaq 100 è davvero potente e il Nasdaq tiene le fila del discorso in giro per il mondo. Quindi tenderei a dare meno importanza a questi Sequential sugli indici europei e a leggerli come un sempre ritardo nello stesso segnale avuto sul Nasdaq.
Dunque avremo il rally di natale, almeno questo dicono le probabilità.
Che sono sempre probabilità, ma che quando sono a nostro favore fanno piacere anche se rimangono sempre e comunque delle probabilità.
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