Economia

Svizzera, tagli in busta paga per i frontalieri italiani

I lavoratori del Varesotto che fanno la spola con la Confederazione lamentano: "Con l'apprezzamento del franco ci riducono lo stipendio"

Svizzera, tagli in busta paga per i frontalieri italiani

Il franco svizzero si rafforza e i primi a pagarne le spese sono i frontalieri. Che se la devono vedere con le politiche neoprotezionistiche di alcuni degli imprenditori elvetici più vicini al confine italiano.

Appena ieri avevamo scritto del "bollino" messo in vendita in Canton Ticino per segnalare i negozi con personale prevalentemente residente in Svizzera; oggi la notizia riguarda invece i possibili tagli in busta paga destinati ai frontalieri. La storia è riportata dalla Prealpina, quotidiano varesino da sempre tra i più vicini, anche geograficamente, alla realtà e ai problemi dei frontalieri.

Secondo quanto ricostruisce il quotidiano lombardo, il gruppo svizzero Fabbri avrebbe proposto una riduzione in busta paga del 5% per tutti i dipendenti; cifra che sale al 15% quando si tratta di lavoratori italiani. Furibonde ed immediate, è inutile dirlo, le proteste dei sindacati. Che hanno anche segnalato il gruppo in questione su alcuni siti che raccolgono i dati sulle aziende che praticano il dumping salariale.

"Il personale - spiega il segretario regionale del sindacato Ocst Giovanni Scolari - è stato informato che l'unica alternativa alla chiusura sarebbe stata questa netta riduzione dello stipendio. Alla richiesta di coinvolgere i sindacati per una trattativa, la direzione si è rifiutata, minacciando di chiudere immediatamente le attività. Mercoledì i dipendenti sono stati convocati ad uno ad uno - continua - e invitati ad accettare le condizioni imposte." Il comportamento dell'azienda, è la tesi dei sindacati, violerebbe l'Accordo sulla libera circolazione delle persone che prevede, tra l'altro, parità di retribuzione tra colleghi di diverse nazionalità.

Con l'apprezzamento del franco, sempre più imprese svizzere si orientano, altrimenti, verso un'altra soluzione: quella di pagare i frontalieri in euro, con tasso fisso prestabilito.

Questa, ad esempio, è una delle proposte del gruppo Straumann di Basilea, specializzato nella produzione di impianti dentari.

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