Tajani: "Pronto a un ricorso sull'addendum Bce"

Tajani: "Pronto a un ricorso sull'addendum Bce"

Camilla Conti

«Sui crediti deteriorati mi sono opposto al capriccio di una tecnocrate della Vigilanza, che si era arrogata il diritto di prendere il posto del legislatore». Quindi, «se tentasse di far passare in via surrettizia un'attività pseudo legislativa sarei costretto ad andare di fronte alla Corte di giustizia europea». Non usa mezzi termini, il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, riferendosi a Daniele Nouy, capo della Vigilanza europea della Bce, e alla prima bozza del cosiddetto addendum sul trattamento dei crediti deteriorati pubblicata a ottobre.

Nei prossimi giorni è attesa la versione definitiva emendata con le proposte fatte dal mercato. «La signora è stata costretta a fare un passo indietro - ha aggiunto ieri Tajani intervenendo al congresso della Fabi -, non immagini di ritentare la stessa operazione dopo che il giureconsulto ha confermato la giustezza della nostra posizione».

Il Parlamento Ue tiene dunque alta la guardia per verificare che la stretta non esca dalla porta per rientrare dalla finestra per esempio alzando l'asticella degli «Srep», il processo di revisione e valutazione prudenziale che la Vigilanza svolge periodicamente per misurare i rischi dei singoli istituti e poi richiedere i requisiti patrimoniali minimi. Non solo. I nuovi stress test dell'Eba che le banche europee (tra cui quattro big italiane) dovranno superare a novembre continuano a penalizzare le banche commerciali rispetto a quelle che detengono in portafoglio gli strumenti finanziari più illiquidi.

Ne è convinto anche l'ad di Intesa, Carlo Messina, che ieri ha ribadito una valutazione già espressa dai banchieri italiani: «Oggi non vedo la stessa attenzione da parte dei regolatori internazionali su questi strumenti come sugli npl».

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