Telecom Italia non vende il Brasile e scende in Borsa. Ieri i realizzi hanno colpito il titolo della società telefonica (-2,5%) dopo il rialzo complessivo di oltre il 6% realizzato nelle ultime tre sedute. A pesare sui corsi i chiarimenti chiesti da Consob. Telecom, in un comunicato, ha ribadito la strategicità della partecipazione in Tim Brasil e del mercato brasiliano smentendo non solo che siano «in corso» contatti con potenziali acquirenti della controllata, «ma anche che se ne persegua la dismissione o la combinazione con altri operatori, e che siano pervenute offerte d'acquisto, sia pure non sollecitate».
Il problema della vendita del Brasile è legato all'Antitrust latinoamericano. Secondo i patti stipulati al momento dell'entrata di Telefonica in Telco, la quota detenuta dalla società spagnola nella holding di controllo dell'ex monopolista italiano non sarebbe incrementabile in alcun modo. Telefonica, però, l'ha fatto e domani l'Antitrust esaminerà la proposta di sanzione. Madrid ritiene di aver adempiuto a tutte le indicazioni, ma la partita è aperta. Gli analisti ritengono che, se il Brasile non sarà venduto, Telefonica dovrà rinunciare all'acquisto di Telco e, quindi, di Telecom.
La telenovela della vendita delle quote Telco, dunque, potrebbe non essere finita. Anche Telecom, del resto, sta monitorando con attenzione la situazione. Per questo ha dato mandato a un advisor indipendente di seguire gli sviluppi delle possibili conseguenze per la società. La conclusioni saranno rese note nel prossimo cda previsto il 5 dicembre «in vista dell'assunzione di ogni determinazione eventualmente opportuna».
Telecom, intanto, ha fornito a Consob delucidazioni anche in merito all'inclusione del fondo americano Blackrock tra i sottoscrittori del convertendo, nonostante l'esclusione iniziale degli Usa. La società ha spiegato che la decisione è stata presa per «l'elevata qualità dell'investitore». Quanto all'Argentina, ceduta a Fintech per 960 milioni di dollari, il gruppo ha sottolineato che l'accordo non si qualifica come operazione con parte correlata, nonostante sia «pacifica la sussistenza di interessi, sia pure indiretti, degli amministratori» di Telefonica, Caesar Alierta e Julio Linares, e di Generali, Gabriele Galateri di Genola. Mentre il prezzo di cessione è stato ritenuto congruo da Citigroup, advisor finanziario di Telecom. Molto critica su tutte queste vicende è Asati, che ha ravvisato incongruità nelle risposte fornite da Telecom a Consob.
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