Telecom, gara al rialzo per Tim Brasil

Claro del messicano Slim, con Oi, pronta a offrire 13 miliardi. Ma per cda e manager potrebbero non bastare

Telecom, gara al rialzo per Tim Brasil

Entro fine mese Telecom potrebbe ricevere un'offerta per Tim Brasil. Lo ha scritto la versione online del quotidiano brasiliano Estado de san Paulo . L'offerta dovrebbe essere presentata prima dell'asta frequenze per il 4G, in Brasile, prevista per il 30 settembre. Così ieri il titolo Telecom, a Piazza Affari, è salito, dopo giorni di stallo, del 2%. Insomma il mercato ci crede. E forse ci crederà anche di più da oggi. America Movil starebbe infatti studiando un'offerta congiunta con Oi offrendo 12-13 miliardi di euro. La società messicana che fa capo al finanziere Carlos Slim controlla infatti il terzo operatore del Paese, Claro, mentre Oi è il secondo. Carlos Garcia Moreno, il direttore finanziario, ha confermato la trattativa in una intervista a Bloomberg , specificando però che «l'accordo non è ancora stato raggiunto».

Secondo il giornale sudamericano l'ipotesi sarebbe comunque diversa. Nella trattativa ci sarebbe anche Vivo, il primo operatore, controllato da Telefonica. In questo caso l'operazione, elaborata dalla banca d'investimento Btg Pactual, prevederebbe che il 40% di Tim Brasil finisca a Claro, il 35% al più piccolo Oi e il 25% a Vivo. Operazione indubbiamente complicata, ma l'unica possibile dal punto di vista Antitrust perché porterebbe alla sparizione di Tim Brasil dividendo per tre (o per due) i suoi 70 milioni di clienti. Insomma, sarebbe come se in Italia si decidesse di smantellare uno degli operatori maggiori, Tim o Vodafone, e spartirlo tra gli altri tre.

Vivo, che già deve ricevere il non facile via libera delle Autorità (Antitrust e Tlc) per l'accorpamento con l'operatore fisso Gvt, si ritrovebbe a diventare un operatore indubbiamente più forte degli altri. Un'altra incognita è rappresentata dal prezzo. Secondo quanto scritto sul giornale brasiliano l'offerta per Tim Brasil sarebbe pari a 10 miliardi di euro, ossia quanto vale oggi la società in Borsa. Telecom incasserebbe, dunque, circa 7 miliardi per la sua quota pari al 67%. La valutazione di America Movil sarebbe più generosa, ma anche in questo caso molto inferiore, a livello di multipli, a quanto offerto da Telefonica per Gvt. Se si usasse lo stesso parametro, ossia 11 volte l'Ebitda, Tim Brasil varrebbe almeno 20 miliardi di euro, una quotazione che potrebbe trovare d'accordo anche l'azionista privato di maggioranza, Marco Fossati patron di Findim.

La proposta, quando arriverà, verrà comunque portata al consiglio di Telecom per essere vagliata, dove, come noto, nove consiglieri su 13 sono «indipendenti». Non c'è dubbio, comunque che, di fronte anche a «soli» 12 o 13 miliardi di euro, qualche dubbio sarà lecito. Certo è che, per gli analisti, una Telecom senza Tim Brasil diventerebbe soltanto un fornitore di servizi sul territorio nazionale con scarse possibilità di crescita.

Ieri, intanto, Fitch ha confermato il rating di lungo termine su Telecom Italia a BBB- con outlook negativo. Per Fitch, Tim Brasil potrebbe trovarsi in svantaggio competitivo nel caso della cessione di Gvt a Telefonica. «Con la fusione Vivo-Gvt vi è il rischio che un'offerta convergente di servizi di telefonia fissa e mobile diventi una capacità di servizio più importante nel medio periodo. Nonostante la sua forte posizione nel mobile, Tim Brasil potrebbe trovarsi in una situazione di svantaggio competitivo». Nel frattempo «i minori costi per la sospensione del servizio e il rallentamento dell'economia brasiliana hanno tolto crescita al mercato della telefonia mobile.

Le aste di bande di frequenze potrebbero, inoltre, far aumentare materialmente le spese in conto capitale in Brasile». Ieri, ovviamente, oltre a Telecom in Piazza Affari, anche il titolo Tim Brasil è cresciuto del 7% circa, raggiungendo nuovi massimi dell'anno.

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