«Nessuno stallo per Telecom Italia». Secondo il presidente Franco Bernabè la riunione del cda del 6 dicembre prossimo sarà positiva e dunque qualche decisione sarà presa. Del resto ieri, dopo una giornata campale per il titolo Telecom che a fine giornata ha perso il 3,23%, probabilmente non poteva fare o dire altro per tentare di rassicurare, oggi, i mercati. Ma i problemi ci sono e non pochi. Il finanziere egiziano Naguib Sawiris, provvidenzialmente apparso all'orizzonte con 3 miliardi di euro in tasca da conferire a Telecom per finanziare la crescita in Brasile acquistando l'operatore fisso in fibra ottica Gvt, ieri a Dubai ha fatto dichiarazioni non certo confortanti. In pratica i suoi 3 miliardi possono arrivare, e ancora non si è capito se dietro a Sawiris ci sia qualcun altro come il messicano Carlos Slim, che ostacolerebbe così l'avanzata di Telefónica in Brasile, ma con la condizionale. La prima condizione sarebbe pesante per tutti i soci e non solo per Telco, gli azionisti della holding di controllo. Sawiris infatti non ha nessuna intenzione di pagare un premio per entrare nel capitale dell'ex-monopolista e vuole entrare con un aumento aperto a tutti a prezzi di mercato. Il risultato è che con 3 miliardi e le azioni 70 centesimi si porterebbe a casa circa il 30% della società. E infatti, ha aggiunto Sawiris a Reuters, «tanto lo facciamo lo stesso e poi possiamo comandare». Una scalata ostile è praticamente impossibile data l'importanza strategica di Telecom ma per i soci di Telco, che hanno in carico le azioni a 1,5 euro, ci sarebbe qualche problema in più. Le obiezioni del finanziere non si fermano qui. Per Sawiris infatti lo scorporo della rete non ha ragione di esistere e va fermato. In questo caso andrebbe contro i piani del governo che, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, sta invece studiando questa soluzione. In ogni caso ieri Bernabè, alla presentazione del suo libro in Bocconi «Libertà vigilata» sui problemi legati allo sviluppo della rete, ha ostentato una buona dose di sicurezza. «Fortunatamente noi le decisioni le prendiamo: al cda del 6 dicembre ci sarà un ampio dibattito ma molto conclusivo» - ha detto. Sul tavolo molti dossier caldi: dallo scorporo della rete, all'ingresso di Sawiris alla cessione di Ti Media. Quanto all'esistenza di diverse posizioni all'interno di Telecom e degli azionisti, Bernabè ha precisato: «un'azienda vive grazie a un processo decisionale corretto».
Nel caso di Telecom, però, le posizioni degli azionisti Telco sono difficili da conciliare. Da un lato Mediobanca, Intesa e Generali non hanno gradito l'intromissione (e non vorrebbero impegnarsi oltremodo) e dall'altro Telefónica, in conflitto di interessi in Brasile.