«Telecom? Niente nozze in Brasile»

«Telecom? Niente nozze in Brasile»

Telecom Italia (-2,3% a 1,01 euro) fa un passo indietro in Brasile: non è il momento per pensare al consolidamento. Lo ha detto a chiare lettere Marco Patuano, ad della società, parlando con la stampa e di fatto dando un taglio piuttosto netto alle ipotesi di M&A circolate negli ultimi mesi e rinforzate, peraltro, dalla presenza del top management del gruppo nel Paese.

«In questo momento è meglio concentrarsi su Tim Brasil. Rispetto poi alla possibilità di un'integrazione, questa presenta un livello di complessità difficilmente compatibile con l'approccio di corporate governance di Telecom Italia», ha dichiarato Patuano al giornale carioca Valor Economico . Il manager ha poi sottolineato che lo stile dell'azienda non è di operare «nel mezzo di una tempesta» come quella attraversata in questo momento dall'operatore tlc Oi su cui il mercato puntava per un matrimonio con Tim Brasil. Non sono state invece escluse acquisizioni in Europa, iniziando dall'Italia dove il colosso tlc si sta muovendo con un'offerta per una quota di Metroweb.

In Piazza Affari, intanto, il titolo è penalizzato dai timori relativi all'arrivo di carta sul mercato. Da ieri al 15 febbraio, infatti, è aperta una finestra di tempo utile per avviare la procedura di scissione di Telco (il veicolo a cui fa riferimento il 22,4% del capitale), a sua volta propedeutica all'uscita dal gruppo da parte degli attuali azionisti di riferimento (oltre ai debiti, che saranno spartiti pro quota, a Telefonica andrà il 14,77% del capitale, a Generali il 4,32%, a Intesa Sanpaolo e a Mediobanca l'1,64% ciascuno). Non è certo una novità e non è detto che la scissione avvenga proprio in questi giorni (mancherebbe ancora il sì di diverse Authority). Ma l'incertezza, si sa, non piace agli investitori. E l'incertezza pesa anche su Telefonica (-2,6% a 12,95 euro), tra i soci in uscita da Telco, di cui si ipotizza una maxi ricapitalizzazione. Un'operazione da 5 miliardi per finanziare il recente shopping degli spagnoli e a rafforzare un bilancio appesantito da quasi 45 miliardi di debiti.

Uno strumento, quello della ricapitalizzazione, finora evitato da Telecom Italia nonostante il nodo sul debito e la necessità di crescenti investimenti siano una costante nei piani industriali della società di cui si attende il preconsuntivo il 19 febbraio.

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