La pasticciata vendita di La7 alla fine smuove anche la Consob. Ieri l'Authority del mercato di Borsa ha infatti chiesto chiarimenti sulla vicenda dopo i tentennamenti al processo di vendita a Cairo Communication e alla ridiscesa in campo del gruppo Clessidra. Così Telecom ha confermato quanto già comunicato da Ti Media mercoledì scorso, quando la vendita dell'emittente televisiva pareva essersi arenata. Ebbene, il gruppo presieduto da Franco Bernabè ha ribadito le intenzioni del presidente, confermando per Ti Media e, dunque, La7 «il percorso già definito per il negoziato con Cairo Communication».
Telecom, nella nota, ha fatto esplicito riferimento a quello precedente, del 27 febbraio, in cui si affermava che le negoziazioni proseguivano, e che nella riunione del cda di Ti Media del 4 marzo ci sarebbe stata «l'approvazione definitiva dell'operazione». Certo è che l'offerta migliorativa del fondo di private equity Clessidra di Claudio Sposito è arrivata, anche se, secondo indiscrezioni, tanto migliore non sarebbe: Bernabé vuole a vendere a Cairo. La valutazione dei mux, ossia delle frequenze e delle reti trasmissive che fanno capo a Ti Media e che Clessidra ha interesse ad acquistare, insieme a La7 (che però è un asset senza valore), sarebbe ancora lontana da quanto richiesto da Telecom. La società di tlc, infatti, valorizza quell'asset circa 350 milioni di euro, mentre l'offerta di Clessidra sarebbe di circa 200. E, anche se la società pare disposta a lasciare il 30% delle reti a Telecom, la valorizzazione non cambia. In realtà è proprio per questo che Telecom conta di chiudere la trattativa con Urbano Cairo il quale lascerebbe tutte le frequenze in mano all'ex-monopolista che spera, come più volte scritto, di poterle trasformare, tra alcuni anni, in frequenze per le tlc. Diverso il parere dei soci Mediobanca e Intesa, che puntano invece al nulla di fatto nel cda di lunedì 4, per poi portare l'offerta di Clessidra al cda di Telecom del 7 marzo, farla passare e condurre a termine il ribaltone.
Da segnalare anche un'altra proposta, quella di Guido Veneziani, a capo dell'omonimo gruppo editoriale che distribuisce periodici come Vero e Stop: pare disposto a rilevare, oltre a La7, anche Mtv, valutando il 51% in mano a Telecom (il resto è del gigante Usa Viacom) 20 milioni di euro. L'offerta può fare il paio con quella pervenuta qualche settimana fa da parte di Francesco Di Stefano, l'imprenditore a capo di Europa 7, finita poi in un nulla di fatto. Ma il susseguirsi di voci e notizie ha comunque comportato un notevole scambio del titolo Ti Media in Borsa: le azioni, partite in forte rialzo hanno toccato un incremento del 5% per poi chiudere in flessione dello 0,6 per cento.
Lunedì il cda di Ti Media sarà inoltre chiamato ad approvare i conti dello scorso anno che vedono ricavi calo del 6,7% a 222,3 milioni e un margine operativo lordo negativo per 44,8 milioni (era positivo per 27,3 milioni nel 2011). In salita pure il debito, a 260,1 milioni, contro i 138,7 milioni di fine 2011. Solo Ti Media Broadcasting, ossia la società del gruppo che gestisce le reti, ha visto migliorare i propri risultati, mentre per gli asset televisivi i ricavi si contraggono.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.