Telecom, Patuano al contrattacco

L'ad di Telecom, Marco Patuano, va al contrattacco. Incalzato dai piccoli azionisti di Asati e dal grande azionista, Marco Fossati, di essere al servizio degli spagnoli di Telefonica, ieri ha preso posizione ribadendo la volontà del management a operare solo a favore della società. Per questo ha ribadito una volta di più che «non è in esame nessuno spezzatino di Tim Brasil». Anzi, secondo Patuano l'Authority brasiliana non può imporre nulla alla sua società, anche se ovviamente può imporre molto a Telefonica. Agli spagnoli il Cade, ossia l'Antitrust del Paese sudamericano, ha già chiesto di non acquistare le quote di Telco se prima non avrà provveduto ad alienare la maggioranza di Vivo, ossia il suo operatore mobile. Ora le attese sono concentrate sulla prossima assemblea di Telecom, prevista per venerdi 20 dicembre, che dovrà decidere sull'eventuale revoca del board, chiesta dall'azionista Fossati. In attesa dell'appuntamento, il mercato guarda con attenzione ai volumi per capire se siano in corso riposizionamenti sul titolo. Domani, settimo giorno di mercato aperto antecedente la data dell'assemblea, sarà, in base alle regole sul «record date», anche l'ultimo per avere la titolarità delle azioni necessaria a essere legittimati a intervenire nella stessa. Pare comunque che i fondi siano ora più propensi a votare per la revoca del cda e, dunque, che la cosiddetta lista Fossati, possa ora contare su oltre il 20% dei voti. Ieri il titolo è salito del 2,7%.

Deutsche Bank, da parte sua, ha messo in luce i vantaggi legati a uno spezzatino del Brasile che valorizzerebbe Tim Brasil 9 miliardi di euro. E, anche se Patuano promette la strenua difesa del Brasile, secondo Ubs le probabilità di cessione della partecipata scenderebbero se l'assemblea deciderà per la rimozione del board.

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