Economia

Telecom pulisce il bilancio e va in rosso di 4,7 miliardi

Svalutazioni contabili per 7 miliardi. Bernabè: "Nessun impatto finanziario, resta il dividendo". Ma la cedola cala da 5,4 a 4,3 cent

Telecom pulisce il bilancio  e va in rosso di 4,7 miliardi

Maxi svalutazioni per Telecom Italia, che chiude un 2011 con una perdita di 4,7 miliardi. Al netto delle voci straordinarie di 7,3 miliardi, l’utile netto sarebbe stato pari a 2,3 miliardi, in linea con lo scorso anno. I risultati, però, raccontano due realtà diverse. Un mercato, quello italiano, che vede i ricavi scendere del 5,2% rispetto al 2010 a 19,03 miliardi, controbilanciato dalla corsa di Tim Brasile con un fatturato in crescita del 18,2% a 7,34 miliardi. Mentre le svalutazioni, in linea con quanto deciso anche da molti altri grandi gruppi, banche in primis, riflettono l’esigenza della pulizia contabile necessaria per portare il valore degli avviamenti verso valutazioni più corrispondenti alla realtà.
«Il 2011 è stato un anno difficile per l’economia internazionale e ancora di più per l’Italia che è stata investita dalla crisi del debito sovrano», spiega in una nota del gruppo, il presidente di Telecom, Franco Bernabè, secondo il quale «l’aumento del costo del capitale ha portato a una revisione del valore attualizzato dell’avviamento». Si tratta delle mega operazioni straordinarie del passato, a cominciare naturalmente dall’Opa del 1999, quando sotto la guida di Roberto Colaninno, Olivetti rilevò Telecom Italia. Qualche anno dopo, già alle prese con il debito, fu la gestione Pirelli a effettuare prima le nozze Olivetti-Telecom, poi quelle Telecom-Tim. In tutti questi casi, i valori del goodwill, dopo gli effetti della crisi, non erano più contabilmente sostenibili: «La svalutazione non ha impatti di natura finanziaria e non pregiudica, visto l’ammontare di riserve disponibili residue superiori ai 7 miliardi, il rispetto della politica dei dividendi», ha tranquillizzato Bernabè. Il cda proporrà all’assemblea degli azionisti di Telecom, in agenda il 15 maggio prossimo, di distribuire un dividendo pari a 4,3 centesimi per le azioni ordinarie e 5,4 per le risparmio, in tutto 900 milioni che arriveranno nelle tasche dei soci.
«Il dato è in linea con le attese del mercato», commenta un analista secondo cui dal bilancio approvato ieri non emergono novità particolari. Telecom aveva già tolto il velo sui conti preliminari lo scorso 24 febbraio in occasione della presentazione del piano industriale al 2014. «Credo che con l’attuale generazione di cassa la politica di dividendi futuri sia sostenibile», commenta l’analista. Le note positive arrivano dal debito sceso «di un miliardo rispetto a dicembre 2010 a 30,414 miliardi” ha commentato Bernabè. Un buon risultato perché ottenuto nonostante il gruppo quest’anno abbia affrontato spese straordinarie per 2 miliardi, la prima legata all’asta delle frequenze in Italia e la seconda in Brasile per all’acquisto di AES Atimus, infrastruttura di fibra ottica. La crisi però non è alle spalle.

«Per il 2012 stimo ancora difficoltà in Italia con un calo del fatturato del 4,8%, più che controbilanciato da una previsione di crescita dei ricavi in Brasile dell’11% a cui si somma un +19% del fatturato in Argentina», conclude l’analista.

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