Consiglio di amministrazione importante quello di domani per Telecom Italia. Il cda, infatti, dovrà decidere se continuare la trattativa con H3g per l'integrazione del gestore mobile «3» e quali saranno le direttive per lo scorporo della rete. Un'ipotesi non ancora chiara, ma che piace alla Borsa, tanto che in un mese il titolo ha riguadagnato il 14% circa. Ieri però ha perso il 2,8%. Per Giovanni Gorno Tempini, ad di Cdp, che ribadisce l'interesse per l'operazione, tocca comunque a Telecom fare la prima mossa. «Ci sono una serie di mosse che spettano soltanto alla società - ha dichiarato- bisogna prendere decisioni strategiche per la rete di tlc e non più rinviabili».
Quanto alle trattative con H3g le indiscrezioni propendono per una loro prosecuzione. Secondo gli esperti del settore tlc infatti l'ondata del consolidamento del settore è inevitabile. Resta, ovviamente, da stabilire come potrebbe avvenire l'integrazione tra Telecom e «3». Per Asati, l'associazione dei piccoli azionisti, l'importante è tutelare l'interesse di tutti. E, quindi, anche dei 600mila «piccoli» che hanno visto passare fuori dal mercato borsistico gli ultimi due passaggi di proprietà. Ossia quello tra il gruppo capitanato da Roberto Colaninno e Marco Tronchetti Provera e, poi, quello tra quest'ultimo e gli attuali soci Telco, che hanno le azioni in portafoglio a 1,2 euro ad azione, cioè il doppio rispetto alla quotazione attuale.
Per questo Asati ha elaborato un suo schema di transazione, ottimo per i risparmiatori, ma di difficile attuazione. Secondo l'associazione guidata da Franco Lombardi, infatti, conferendo «3» a Telecom, l'azionista di riferimento, ossia i cinesi di Hutchison Whampoa, dovrebbe avere in cambio il 5% dell'ex monopolista italiano.
Quanto alla salita al 29,9% del capitale di Telecom prospettata da Hutchison, «dovrebbe avvenire attraverso un'Opa parziale e volontaria a un prezzo minimo equivalente al book value di Telecom (oltre 1 euro per azione) e non acquisendo quote da Telco». Insomma, prospettiva davvero difficile, in quanto gli azionisti di Telco (Intesa Sanpaolo, Generali, Mediobanca e Telefonica) sono interessati al premio di maggioranza.
Quanto alla rete, Asati propone di collocare in Borsa il 47% dell'attuale divisione Open Access, di riservare alla Cdp una quota (ad esempio un 25%) e ai dipendenti un 3%. Telecom dovrebbe, però, mantenere una quota importante (25%) mentre «il 47% immesso sul mercato potrà anche essere sottoscritto dagli attuali azionisti Telecom che daranno in cambio le loro azioni ordinarie e di risparmio».
Gli analisti, intanto, vedono i conti dei primi tre mesi chiudere con ricavi in calo a 6,7 miliardi di euro.
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